260 Storia generale tigiani di Svevia corsero a rifugiarsi in Aragona e fra questi due giovani, messer Ruggero di Lanria e messer Corrado Lancia ; quest’ ultimo era congiunto di Costanza regina perchè nipote di Manfredi. Fuggì altresì dal reame di Napoli messer Gianni da Procida medico, uomo astutissimo, mirabile tipo d’intrigante politico, il quale entrò nel cuore del re Don Pedro e si fece tramite di negozi suoi col Paleologo di Costantinopoli. Più sopra ho detto come Carlo d’Angiò, imparentatosi con Baldovino II, l’imperatore latino fuggiasco da Costantinopoli, mirasse ad impadronirsi dell’impero Greco. Il Paleologo, che teneva carteggio costante con messer Gianni da Procida, scorse ben presto che a stornare la tempesta in casa era opportunissimo lo spingere ai danni di re Carlo il re aragonese. Ecco dunque come per 1’ ambizione smodata del re Carlo, per la brama di vendetta dei profughi napoletani, per la sagacia di Michele Paleologo e per la scaltrezza di Don Pedro II si aprì in Mediterraneo guerra grosèa, lunga e difficilissima dalla quale uscì la indipendenza della Sicilia, la gloria marittima imperitura di Ruggero di Lauria e di Corrado Lancia ed il predominio sul mare del popolo catalano fierissimo e scaltro. I vasti disegni di Carlo d’Angiò chiedevano tesoro opulentissimo. I patti speciali fra l’Angiò e la Provenza contee sue e lui medesimo impedivano di sovraccaricarle d’imposte, mentre invece Napoli e Sicilia recentemente conquistate erano campo più agevole alle esazioni. E nel tempo istesso che a danno suo preparavano guerra l’Aragonese ed il Greco, i crudi esattori del re Carlo spingevano alla disperazione il popolo siciliano, il quale or deplorava Federico II e Manfredi, che avevano mantenuto in piedi la costituzione normanna, costituzione dal re Carlo con un tratto di penna abolita. Non nella protervia dello scudiero francese Droetto va ricercata l’origine del grido : mora, mora, lanciato agli echi della Conca d’oro al suon delle campane del vespro, che diedero il segnale della cacciata dei Francesi : la ritrovo piuttosto nell’ enormità delle tasse, nella regia abolizione dei privilegi dei nobili e del clero. La rivolta di Palermo del 30 marzo 1282 cui tenne dietro