304 Storia generale lucchi il nemico irreconciliabile. Le repubbliche commerciali italiane gelose una dell’ altra, erano inevitabile sorgente di decadenza politica per la cristianità. Venezia che al principio del secolo aveva puntellato il trono latino di Costantinopoli, or vedeva nei Genovesi rivali implacabili. Questi aiutavano, or palesemente, or di nascosto, la dinastia di Nicea e già tenevano le chiavi dei porti del Mar Nero, i quali acquistavano maggiore importanza, or che l’impero Mongolo dominava in tutto lo spazio circoscritto dai contorni esteriori del Golfo. Persico, del Caspio e del Mar Nero ; sicché i capolinea delle strade carovaniere dell’Alta Asia or mettevano ai porti della Cilicia in Mediterraneo ed a quello di Trebisonda sul Mar Nero. Nominalmente il vasto impero fondato da Cingis-Kan era intatto : praticamente era spezzato in parecchi vasti principati riuniti tutti però da una specie di morale preponderanza che vi esercitava Kublai-Kan, il più abile ed il più degno fra i discendenti del conquistatore. r E verso il campo di Kublai, il che è quanto dire del supremo dominatore dell’ Oriente, che si diressero i tre Polo. Giuntivi, ottennero da lui prove spiccate di cortesia. Kublai non aveva mai avuto che fare con uomini d’Europa se non che nella loro qualità di sudditi. Piacquergli la buona maniera dei due veneziani e la grazia del fanciullo lor consanguineo. Quanto essi dissergli dell’ Occidente latino lo interessò. A quel tempo (è bene lo si sappia) il popolo tataro non aveva tuttavia una religione rivelata. Kublai erasi trovato a contatto di musulmani ed anche delle numerose società cristiane del rito giacobita, disseminate nel suo impero. I giacobiti erano cristiani degenerati, le cui comunità non molestate dai moslemiti erano rimaste siccome isole in mezzo al mare maomettano. L’Abissinia moderna presenta un’ idea sufficientemente precisa di quello che appunto fossero i nuclei giacobiti. Infine un terzo rito religioso rappresentato dal gran Lama del Tibet si era offerto alle meditazioni politiche di Kitblai. Questi, o lo muovessero simpatie per i tre veneziani, o ragioni più alte a noi rimaste ignote, affidò a Maffeo ed a Nicolò Polo lettere per il Pontefice romano, che lo pregavano d’inviare