VINETIANA LIB. VI. 499 della República, vecchio già d’ottanta anni. Mail Sena- 1528 to non mancava d’ attendere con ogni follecitudine ad ar-marfi, difegnando di fare un’effercito di dodici mila fan- t'j trt*-ti, etra quelli quattro mila Svizzeri; perii quali mandò g‘ ’ fubito i danari in Helvetia, & pregò il Rè di Francia a favorire con la Tua auttorità la levata loro . Condutte all" vì/ioni . cora di Grecia, & di Dalmatia gran numero di cavalli leggieri ; & richiamato della Marca d’ Ancona il Duca d‘ Urbino, accioche per difendere le cofe altrui, ^on rimanette fratanto il loro flato fpogliato di difefa, gli collimile che dovette rivedere tutte le città, & fortezze più importanti, fornirle di buoni preiìdii, & ordinare tutto ciò, che ftimatte poter giovare alla loro iìcurtà . Furono appretto eletti diverfi gentilhuomini, a quali fù dato parti-colar carico della cuftodia delle principali città. ATre-vifo fù mandato Girolamo Diedo con cento e cinquanta fanti; con altretanti Pietro Sagredo a Padova; a Verona andarono Zaccaria Orio, Filippo Correro , Alettan-dro Donato , Ambrogio Contarini , Giufeppe Badoero, Lorenzo Sañudo , Agoftino Canale , Almorò Barbaro, con venticinque foldati per ciafcuno , co i quali havettero a ilare alla guardia delle porte, & altri luoghi importanti. Ma in Francia iftimandofi molto quefti moti, face- EdSFron-vaii fimilmente grandittimo apparecchio di genti da guer- “fi y ra, per mandarle in Italia ; alla quale fu dellinato per capitano Monfignor di San Polo della caia di Borbone, huomo per la nobilita fua, & per altre honorate qualità, di grande riputatione , ma non molto efperto delle cofe della guerra, e come poi fi vide , poco fortunato in quella imprefa . Ma quelle provifioni riufcivano al prefente bi-fogno di tardo rimedio; peroche il Duca di Branfuic ri-trovandofi con forze attai potenti, difegnava di porli all* elpugnatione d’ alcuna delle città dello flato della República, entrato in maggiori fperanze , perche nel luo primo giunger s’erano arreie Peichiera , Rivoltella, &. alcune altre terre nelle rive del lago di Garda. Ma il Duca d’Urbino, il quale primas era fermato a Ve-