della Marina Militare. 125 Gli Illirici imperatori guerrieri, che alla difesa dell’impero strenuamente vegliarono, si allontanarono da Roma a mano a mano che l’asse economico e politico dell’ Impero si spostava verso Oriente. Non provavano, nè potevan provarla, la sublime idolatria per Roma e per le secolari istituzioni di lei. Ravenna, Milano, Peterwardein (Sirmio), Nicomedia, Costantinopoli furono a vicenda le capitali dell’impero; i luoghi cioè dove, per cagione della difesa dei confini, era mestieri dimorassero gli uffici del governo per parare agli eventi. Fu per opera di que’ Principi soldati, che l’ordinamento d’Agrippa subì qualche riforma. Per essi sorsero l’armatelle fluviali del Danubio e del Reno e le armate di stazione nel Mar di Marinara ed a Trebi-sonda. A strategia nuova, corrisposero arsenali nuovi (arx navalis). Decaddero Fréjus (forum Julii) e Brindisi, ma acquistò massima importanza Ravenna, capolinea delle strade che dall’ Italia mettevano al miglior punto d’imbarco per spedire rinforzi nelle valli del Danubio e dell’ Imi. Pozzuoli e Baia divisero la sorte di Fréjus e di contro a Ravenna sorse Tergeste, la Trieste d’oggi. Ed invero 'cotal spostamento dell’asse marittimo dell’impero era necessario, poiché giganteggiava a settentrione e dilaga vasi ad Oriente il più eletto fra i popoli barbarici, il popolo dei Goti; gli altri consanguinei suoi non ebbero che a battere una strada aperta, incalzando la vanguardia a nuove e più profonde incursioni. Dal Mar Nero al Mar di Germania questa stirpe arya dei Goti si distese sempre infesta all’impero. La contrada ove moltiplicò era di quelle che invitano al navigare ; una Fenicia, un’Ellenia, un’Etruria, ma iperboree. E la Svezia d’oggidì, ricca di legname e di ferro. Valicando il mare, i Goti approdarono nella Germania, a levante ed a ponente della Danimarca; di là rapidamente si spinsero seguendo il corso di fiumi e di costiera. Predatori arditissimi, era naturale si volgessero alle regioni più ricche : e difatti fino dall’anno 256 sopra un naviglio di pentecontori misero a sacco le città del Mar Nero; e vincitori di una squadra romana presso al Bosforo, discesero nell’Arcipelago ed assalirono Atene ed Efeso; là respinti, qua no. Vinti poi (269)