94 Storia generale narrerò; nè sono al certo finite e per esse anche oggidì si preparano gli Stati moderni. Marco Antonio in queir anno radunò cinquecento navi -— dice Plutarco — e fra esse « molte a otto o dieci ordini di remi, superbamente e pomposamente corredate. » 100 mila fanti, 12 mila Cavalieri, costituivano l’esercito. Ottaviano aveva 250 navi di linea, 80 mila fanti, 12 mila cavalieri. La Grecia fornì ad Antonio parte dei remiganti; ma la impellente necessità dell’istante forzò i capitani d’Antonio a far leva violenta d’uomini e furono molti « i viandanti, gli asinai, i sbarbatelli, i mietitori che andarono a sedersi sui banchi di voga. » Qual differenza fra quei tristi equipaggi ed i veterani vogatori di Conone, di Cabria, di Nearco, di Menodoro e di Apollofane! Le navi d’Antonio per cagione di cotali remiganti erano zoppe. Ottaviano, cui la dimane di Nauloco molti Pompeiani s’eran dati (ed avevano agevolmente ottenuto il perdono) rassegnava naviglio armato di valida gente e obbediente ad Agrippa ad un tempo creatore della flotta nuova e di essa capitano. « Pigliò navi non alte, nè grandi a pompa e magnificenza, ma agili, veloci e piene abbastanza; e le aveva pronte ne’ porti di Taranto e Brindisi. » Cito testualmente Plutarco in Antonio. Antonio portatosi con tutte le forze navali e terrestri nel Golfo d’Arta di fronte alla Prevesa attese da eventi da lui non preparati una soluzione che non gli riuscì favorevole. Ottaviano più pronto del suo avversario, traversò l’Ionio e-diè fondo a Torma, luogo dell’Epiro che ora chiamiamo Porto Fanari. Ivi mise a terra l’esercito ; e coll’armata andò a fare una dimostrazione offensiva di fronte alla Prevesa. Da un campo d’onde le diserzioni erano diuturne e non di gregari, ma di capi — tal’era il campo d’Antonio — le sicure informazioni pervenivano agevolmente ad Agrippa ; nè mi meraviglio che Antonio per respingere la dimostrazione del Prefetto abbia dovuto ricorrere allo stratta-gemma dello sfornellare i remi dell’ armata ancorata per