della Marina Militare. 381 biogràfico intitolato El Victorial scritto da Gutierre Diaz de Gamez, alfiere, che v’ intesse la narrazione delle prodezze del suo capitano che fu don Pero Niño, poscia salito all’onore di Conte di Bueina e di rico-hombre. In questo ingenuo volume, che è uno fra i più interessanti ed istruttivi del medioevo, l’isterico moderno può far ampia messe. Vi ritrova particolari saporiti di costumi marittimi castigliani, francesi ed inglesi, poiché le campagne di Pero Niño furon in Mediterraneo ed in Oceano, là a danno di Musulmani, qua d’inglési. E libro questo del Victorial che condensa per così dire l’opera duplice de’ Castigliani contro i due nemici ereditari cui eran usi combattere. Fratello di latte del re Enrico III di Castiglia, educato alla Corte secondo le consuetudini cavalleresche, esperto nei ludi militari e nel tirar di balestra, Pero Niño fino dall’ adolescenza tolse parte nelle guerre del suo sovrano. Correndo l’anno 1404, re Enrico aperto l’orecchio alle lagnanze de’ suoi sudditi per cagione di certi corsari castigliani che infestavano il Mar di Levante (leggi di Barberia e di Sardegna), ordinò a don Pero d’armar 3 galee nel-1’ arsenale regio di Siviglia e di attendere alla caccia dei corsari ; gl’ impose di togliere a bordo gente scelta ed esperta sia nel maneggio de’ remi quanto della balestra. Di artiglieria non si parla affatto. Alle 3 galee unì pure una nave che Pero Sánchez di Laredo comandava. Terminata la mostra della gente, « coloro che se ne intendevano sciamarono che giammai non s'era fatta mostra si bella, sì 'potente e di tante galee insieme rassegnate. » Messer Nicola Bonello, « genovese, uomo di mare perfetto, » un tempo capitano di galea, era padrone e consigliero di Pero Niño, e cornilo era Juan Bueno, il « migliore e più sicuro cornuto » che Spagna vantasse. La squadretta, salpò da Siviglia, toccò Barrameda, Tarifa, Gibilterra, Algesiras e Malaga : qui, siccom’ era j>orto musulmano, entrò in assetto di battaglia. C’ era tregua fra la Castiglia e l’emiro ; cristiani e mori scambiaronsi cortesie. Da Malaga a Cartagena, d’onde in Barberia. Là qualche informazione diceva incrociassero Juan de Castrillo ed Arnaimar, due corsari castigliani. In Barberia non c’ erano.