298 Storia generale Pisa. Ei può dettare a sua posta in veneziano, in latino, involgare italiano, oppure in francese. Presceglie quest’ultimo idioma. Perchè ? Perchè in quel torno a cagion delle crociate, l’idioma francese aveva acquistato tanto in levante che in ponente una diffusione larghissima. Il francese era fin d’allora parlato correntemente alla corte d’Inghilterra; e nel 1328 ai collegi d’Oxford gli studiosi erano liberi di usare il latino od il francese, « colloquio latino vel saltem gallico. » Nelle scuole minori d’Inghilterra le lezioni di latino scrivevansi in francese anziché in inglese; e si dice che Francesco, il santo di Assisi, mutasse il suo primitivo nome in quello appunto di Francesco per aver egli, che era stato destinato al commercio, imparato mirabilmente la lingua di Francia onde i commercianti valevansi a preferenza delle altre. La lingua francese è quella in cui sono compilate le Assise di Gerusalemme, era la lingua cortigiana in Cipro, per un tempo lo fu in Costantinopoli. I Catalani, secondo Ramon Muntaner, la parlavano a Barcellona come a Parigi; e se dobbiamo credere a messer Gianni di Mandavilla, per suo mezzo sappiamo che il sultano d’Egitto e quattro de’ suoi principali ministri « spali Frensche righte well. » tìluizan Kan, illuminato signor della Persia, cui Marco Polo recò dalla Cina la fidanzata, parlava un poco il francese, secondo lo storico Rashidtiddin. Lo stesso Mandavilla ci dice d’aver composto il proprio libro in latino ed averlo prima voltato in francese, poscia in inglese. Infine messer Brunetto Latini, maestro di Dante, scrisse il Tesoro in francese ; e Martino da Canale, compatriota di Marco Polo e suo contemporaneo, scrisse in francese persino una Storia di Venezia e diede ampia ragione di questa sua scelta col vergare le seguenti parole che traggo àsAi'Archivio Storico Italiano : « Parce que lengue Frenceise cort, parmi le monde, et est la plus delitable à lire et à oir que nide autre, me suis-je entre mis de translater l’ancien estoire des Vene-ciens de Latin en Franceis. » Ragione somigliante non aveva forse data messer Brunetto ? Egli così ci dice nella prefazione del Tesoro : « Et’ se aucun demancloit porquoi cist libre est escriz