82 Stona generale La terra brettone era come l’antichissima italica, la ellenica e la fenicia predisposta a doventare patria di marinari. I Veneti erano commercianti attivissimi, tra i loro luoghi (Armorica, da Ar Mor, il mare, in idioma gallese). e la opposta isola chiamata Britannia Maggiore con nome che serba tuttavia, ed a-llor abitata da popolo consanguineo. Cesare che nel domare la Gallia continentale aveva a più acerbo avversario il sentimento nazionale-religioso impersonato nella casta dei Druidi, i quali avevan i loro collegi nella Britannia Maggiore, giudicò necessario domare prima la minor sorella, e fattasi spedire dal Mediterraneo una squadra, ne affidò il comando a Decimò Bruto, e principiò la campagna (56). La squadra di Decimo Bruto era composta in massima parte d’actuariae ; erano queste navi vere restituzioni della triera greca, vale a dire sottili, basse sull’ acqua, mosse dalla vela e dal remo. Sul flutto d’ Oceano le grosse navi del Mediterraneo orientale sovraccariche di torri a prora ed a poppa sarebbero state al certo di pericoloso maneggio. I Veneti (intorno ai quali Cesare si procurò notizie d’ogni maniera) avevano navi robustissime, dalle carene piatte anzichenò, alte d’opera morta a poppa ed a prora; navigavano a vela, e la vela di cuoio era infiorita ad un pennone dell’unico albero. Il cuoio era stato da essi prescelto per necessità : ricordo che fra i popoli settentrionali scarseggiavano le sostanze tessili. Il chassemarèe della costa brettona ed il trabaccolo dell’Adriatico in dimensioni minori, danno idea approssimativa delle navi che Cesare dispon evasi a combattere. I Commentari, che nulla dimenticano, c’ insegnano che le navi dei Veneti erano costruite in quercia e chiavardate di ferro. Giudico che esse dovessero essere più che baste-volmente resistenti al rostro di bronzo delle actuariae. Difatti, allorché i Romani si radunarono a Saint-Nazaire mentre la piazza d’armi dei Veneti era a Quiberon, Giulio Cesare armò le sue actuariae di manipoli di legionari, le guarnì di falci di ferro affilatissime inastate su lunghi pen-noncelli ed ordinò a Decimo Bruto che, con queste, ogni trireme tentasse tagliare al nemico, quando fosse lungo il