264 Storia generale l’almirante Brusson, Guglielmo Stendardo da Firenze, contestabile del Reame, e dieci, altri baroni di grido caddero prigioni sulla capitana Angioina e su altre 9 galee catturate. Dopo un riposo di un giorno ad Ischia, Ruggero carico di preda, tornò alla sua consueta stanza di Messina, mentre re Carlo entrava a Gaeta e vi era informato della disfatta del figlio. Pure, re Carlo non si smarrì; concentrò alla Catona presso Reggio 75 galee (quelle riunite di Provenza e di Brindisi) per intraprendere l’assedio di Reggio. Nel trattempo re Pietro aveva mandato a Lauria rinforzi dall’Aragona; e Genova a ré Carlo; a mezzo agosto Ruggero in Messina rassegnava 54 galee, Carlo Angioino 100 alla Catona. Malgrado questa disparità il primo non esitò ad assalir Nicotera, vi bruciò 8 galee, percosse 1’ armata angioina eli’ era in cammino per Cotrone, e non curando la stagione, spedì due divisioni a sacco non solo di terre angioine, ma anche di alcune terre della Schiavonia e del-l’isola delle Gerbe in costa d’Africa. La guerra divampò anche dopo la morte di Carlo d’An-giò. Francia, Provenza, Maiorca e Napoli si federarono contro Aragona e Sicilia. A Pasqua del 1285 i collegati disponevano di 150 legni tra provenzali, pisani, genovesi e guasconi, scalonati da Narbona a Marsiglia; a terra un esercito di 100,000 fanti era sulle mosse per entrare in Aragona e di là irrompere in Catalogna. Re Pietro, dall’Aragona ove aveva sole 11 galee, chiamò a sè Ruggero Lauria e Corrado Lancia che ne comandavano 40 in Sicilia. Aiutato validamente dalle 11 galee catalane che osarono sorprenderne 25 francesi di messer Guglielmo di Lodève e catturargliene 22, Lauria coll’usata prontezza lasciò la Sicilia, e distruggendo per via qualunque nave neutra che incontrò, mise la prora per certi scogli chiamati le formiche, situati a tre miglia dal Capo San Sebastiano; ivi si pose in agguato per sorprender l’armata nemica che uscita dal golfo di Rosas doveva correre la costa di Catalogna per tenere il contatto coll’esercito invasore. La notte del 24 d’agosto, Ruggero ordinò che ogni sua nave si guernisse di tre fanali per dare alle sue scarse forze falsa