50 Storia generale nati in consulta una ripulsa. Ed era il più sottile stratego del suo tempo ! Sia vero, come Senofonte sospetta, che Alcibiade respinto dai suoi compatriotti agevolasse il compito di vincerli a Lisandro, tenendolo al corrente delle condizioni dell’armata ateniese, oppur no, il giorno albeggiò in cui Lisandro sorprese alle foci dell’ Egos 1’ armata ateniese che pranzava a terra. Se non interpetro male il testo delle Elleniche di Seno-fonte, le triere d’Atene erano rimaste, alcune con un uomo, altre con (lue uomini per banco, mentre il resto dell’equipaggio era sulla spiaggia a far rancio. Lisandro* piombando loro addosso con l’armata in pieno assetto di voga, catturò tutto ciò che non affondò, meno una squadriglia d’otto triere governate da Conone, le quali scamparono colla fuga. Dopo trionfo cotanto, che l’uccisione a sangue freddo di tutti i prigioni rese anco più assoluto, Atene non ebbe schermo. Assediata da Lisandro, capitolò. L’arsenale fa distrutto, rumate le maravigliose lunghe mura-; carpite le triere in allestimento ; ed una fazione ligia a Sparta la governò. Io non pongo in dubbio che la guerra del Peloponneso sia stata la cagione determinante della riforma nell’ architettura del naviglio che occorse dopo la battaglia dell’ Egos. Invero la carena delle triere era a malapena sufficiente per contenere il necessario a 250 uomini da remo e da battaglia cui occorrevano giornalmente almeno quattro chilogrammi di vettovaglie e tre litri di acqua da bere per ciascuno. Fino a che le campagne avevano avuto uno scacchiere ristretto la triera aveva corrisposto mirabilmente : si ricordi che se non appoggiata al campo o ad un mercato, essa non bastava a sè stessa. La guerra ateniese contro Siracusa già aveva scosso la fede che gli Elleni avevano fin’ allora nutrito nella loro tipica nave da guerra; l’ultimo periodo della peloponnesiaca tracollò la bilancia. Difatti nel IY secolo appare la quinq ue>:eme, che vedremo poi ingrandirsi ancora nella epiereme e nella polireme in genere. In queste rimasero però intatte le fattezze fondamentali della triera, cioè il rostro alla prora, l’epidoto sul castello, le guarnigioni d’opliti sul ponte scoperto, d sussidio della