della Marina Militare. 139 degli esarchi; sicché gli Arabi furono in molti luoghi accolti a guisa di liberatori. Nelle provincie limitrofe alla capitale, diverso essendo il sentimento dei popoli, fu più tenace la difesa e perciò vittoriosa. Le armate mediterranee di questo periodo componevansi di dromoni e di chelandie, nomi al lettore non interamente nuovi. « Bromone, come dice l’espertissimo mio padre maestro Alberto Guglielmotti d’accordo collo Jal, è nome derivato dal linguaggio pelasgo, comune ai Latini ed ai Greci (Bromo, dromo nix, lat., Apoj*ov, greco, e vale cor .siero, naviglio principalissimo di guerra, di corso di prima linea. » Era a remi, ne vogava cento in due ordini sovrapposti, cioè a due ordini di 25 banchi; lungo fra le perpendicolari 50 metri ; largo al baglio maestro 8, alto di puntale 5. Due timoni laterali, due sproni per l’urto, uno al bagnasciuga e dritto, vero rostro, l’altro subacqueo e ricurvo come nel nostro' Affondatore. Alberava tre tronconi sormontati da gaggie, capaci di 10 combattenti; ad ogni albero un pennone, niun flocco. I rematori eran 200, circa 300 i soldati e le maestranze e lo stato maggiore. Insomma una delle nostre navi di prim’ordine d’oggidì. Quanto all’armi, oltre a quelle di lancio dei soldati e quelle d’asta, le mani di ferro già altrove descritte, il delfino (specie di epidoto mobile per fracassare le opere morte) il corvo ancor esso descritto altrove, lo xysto, enorme spuntone sospeso a mantiglie. Poi sulla prora la catapulta od altro ingegno da lancio di sassi o di dardi. Il fuoco greco sprigionavasi da tubi disposti sulla prora e sui fianchi come i moderni tubi lanciasiluri. L’acqua non riusciva a spegnerne l'incendio. Schermo erano i cuoi freschi e la sabbia; calamitosi gli effetti. I Greci e gli Arabi usarono navi da fuoco ; le incendiarie del XYII secolo non furono certo invenzione peregrina del. tempo recente, ma antichissima ; ed il fuoco greco ne rese più frequente l’uso. Minore al dromone nella mole (come l’incrociatore d’oggi è rispetto alle corazzate di 1.° ordine) la chelandia, ma con armi uguali, minima pescagione, più cor-ridora. Le ippagogae romane, atte al trasporto de’ cavalli,