VINETIANA. LIB. I. 21 tenuti i collegati di predare l’uno all’altro i Tuoi ajuti, 1513 & correre una fteffa fortuna nella guerra, fin tanto, che JSJ*’ il Rè tutto lo fiato di Milano racquiftaife, & che parimente fotto all’imperio della República fuife ridotto tutto ciò, che ella avanti la guerra havea nella terra ferma poifeduto. Dall’una, & dall’altra parte iutiero i prigioni rimeifi in libertà, reilituiti a tutti quelli, che ne erano flati fpogliati, I beni, & le patrie loro, & conceduto un libero commercio ne gli fiati dell’uno, & dell’altro Prencipe .. Fù appreifo aggiunto , che .fi doveife di commun confenfo con ogni diligenza procurare di tirar nella lega alcun Prencipe dell’Italia, & particolarmente al Pontefice , quando voleife entrarvi , fuife riferbato il primo luogo. Con tali conditioni conchiufa, & con fo-lenne giuramento d’.ogni parte ftabilita la lega ., fù conceduta al Gritti, a Bartholameo d’Alviano, & a tutti gli altri, che erano tenuti prigioni, libera poteftà di par-tiri! del regno. Poiché in cotal modo furono le cofe difpofte , & fir- Ufficio fatti mate , giudicò il Senato doverfi darne conto a gli altri ^yS* Prencipi, & principalmente al Rè d’Inghilterra, con il quale V ambafciatore della República allhora refidente a bafc latori quella corte, fece per ordine publico tale ufficio: Che J Vinetiani mofft da configli , (¿f da gli amorevoli conforti di quel Rè, tanto più prontamente s haveano difpoflo ad accettare la pace y 'Però bavere fopportato con patien%a Tnolte ingiufie offefe fatte da collegati , perche còl me^XP dell amicitia loro fi preflajfe alcuna occafione di venire con Cefare a qualche bone fi a condii ione d accordo. Ma bora vedere troppo chiaro , che le cofe fue s'andavano fempre reducendo a peggior flato, (¿f che non pure fotto que fio apparente nome di pace, ma con palefe ingiuria rotta la le-ga , fi machinava contra la loro libertà. Onde quafi violentati da tale neceffìtà , per non abbandonare la falute della República fi haveano ridotti all' amicitia de France fi. Chiamavano Dio, <¡¿? gli huomini in tejlimonio del loro animo , de loro configli , 6* della pvefente neceffità. Ma