della Marina Militare. 171 ritrovare un Comune italico chiamato ad essere non solo Stato indipendente e rispettato durante quattordici secoli, ma con regolamenti ed usanze che hanno dato la loro impronta a tutti gli Stati marittimi moderni. Nell’antichità il popolo dei Veneti s’incontra in fondo al golfo Adriaco ed in Bretagna. Venezia prima era la regione abitata dai Veneti continentali, Venezia seconda quella abitata dai Veneti isolani o litoranei. Che i primi s’occupassero d’agricoltura è chiaro ; chiaro altresì che i secondi di commercio e di navigazione. I primi eran ricchi ed i secondi poveri; e nella tempesta barbarica le ricche case e le ville dei Veneti di terraferma eccitarono le cupidigie degli invasori; non così le capanne di melma e di giunco dei Veneti del lido. Questi offrirono asilo ai consanguinei ed il borgo di Rialto ricevette a varie riprese gli emigrati continentali, e nelle lagune un popolo composto di stirpe assolutamente italica, non punto inquinata di contatto teutonico crebbe. Venezia, la città d’asilo, è certo il luogo dove nella tempesta barbarica rimase quasi intatto un virgulto italiano. E ovvio che questi abitatori dell’ isole guardassero alla nuova Roma, intendo Costantinopoli, cóme alla città protettrice; di guisa che fin dai suoi principi Venezia ha relazioni costanti con Bisanzio e con Ravenna ridiventata greca. E pur naturale che ogni isoletta si reggesse a municipio e che 1’ assemblea dei tribuni o dei consoli d! ogni isoletta diventasse il Senato dello Stato novello. Nel sesto secolo, regnante Teodorico, Cassiodoro scrisse una lunga epistola alla Repubblica veneziana. Noi non sappiamo se convenga prendere alla lettera le lodi che Cas-siodoro vi rivolgeva ai Veneziani in nome del suo re goto. Certo che dice dell’ industria, dell’ attività, dell’ eguaglianza civile, della libertà, dei buoni costumi e della religiosità degli isolani. Non è improbabile che Cassiodoro, cancelliere di Teodorico, volesse con siffatte lodi tener Venezia legata al di lui sistema jiolitico. I primi vagiti della Repubblica sono d’-operosità commerciale e di difesa contro i pirati schiavoni. Mentre le città del Tirreno dovevano difendersi contro la pirateria normanna e saracena, a Venezia ed Ancona era giuocoforza pre-