della Marina Militare. 237 se non impossibile era il mantenervisi, quando i Veneziani interrogata la direzione del vento che soffiava alle loro spalle appiccarono fuoco alle case propinque alle mura, ponendo una barriera di fiamme tra il conquistato vallo e le schiere greche che si riformavano per la riscossa. Costantinopoli, al pari della moderna Stambul, ebbe sempre una certa famosità per i suoi colossali incendi. La conflagrazione non solamente mise al coperto d’un ritorno offensivo i Veneziani, ma sgomentando il Principe usurpatore, ancor esso 'chiamato Alessio, ed incuorando i partigiani del deposto Isacco, suscitò in città la ribellione. Alessio, radunati i tesori, valicò il Bosforo notturnamente con pochi e fedeli seguaci e la dimane Isacco Comneno fu riposto sul trono. Quanto ai Crociati essi- si ritirarono coll’ armata all’ isola de’ Principi nel Mar di Marmara per attendervi da Isacco e dal costui figlio Alessio il pagamento pattuito in 200000 ducati d’oro. È probabile che nè i capi Crociati nè i Comneni fossero in buona fede. Villehardouyn e Niceta palleggiano 1’ accusa di infidi e d’iniqui fra i due campi. Più d’un evento importante accade nell’ istoria assai più per ragione di cose che per volere d’uomini. Agli occhi de’ Greci i Crociati eran barbari ; così sempre sono chiamati dagli storici. Greci e Latini seguivano rispettivamente due forme avvèrse del rito comune cristiano. I Franchi guardavano con cupidigia le ricchezze della nuova Roma : e mentre ricordavano Boe-mondo e Maione un dì minacciosi vincitori dell’armi greche, pensavano alle crudeltà patite per opera d’Andronico Comneno ed all’ultima loro giornata sulle mura ed alla conquista agevole. I Greci ancor essi rammentavano gl’insulti fatti ad Alessio Comneno dai Crociati al tempo di Goffredo Buglione ; e miravano ad allontanare i nuovi guerrieri della Croce con diplomatiche scaltrezze. Isacco ed Alessio ora restituiti al trono non avevano pronta la somma di 200 mila ducati onci’ erano ai Franco-Latini debitori. Scoppiò intanto in Costantinopoli una violenta sommossa, per la quale Alessio Murzuflo congiunto dell’ Imperatore fu gridato sovrano. Ripeto, la malafede fu opera de’ fatti, non della umana volontà. Arrogi che ai Crociati, ancorché lo