394 Storia generale Dopo che da sette settimane durava 1’ assedio dalla parte di terra, cominciò dal lato di mare : ed il 24 maggio del 1458 Maometto fece bandire nel campo che il giorno 29 si sarebbe data la scalata a tutta la cinta. Luca Notara grande amiraglio dell’impero e Giovanni Giustiniani duce degli ausiliari invece d’essere (com’ era loro dovere in così luttuose circostanze) concordi, distrussero pur tropjto con mutui rimproveri e violenti contumelie quel poco di bene che fino allora avevano procurato alla causa santa della difesa. Se anima dell’ assedio era stato fin qui Giovanni Giustiniani, a titolo d’onore riferisco qui i nomi di Giovanni Carretto, di Paolo Bocchiardi, di Giovanni Fornari, di Tommaso Selvatico, di Lodovico Gattilusio e di Maurizio Cattaneo, i sei cavalieri genovesi aiutatori di Giustiniani nel dirigere le greche artiglierie. Maometto che onorava il valore e la intrepidezza, perchè era sommamente intrepido e valoroso, esclamò più d’ una volta : « Quanto vorrei aver meco un Giustiniani ! » Cercò anche di corromperlo, ma il Giustiniani fu tetragono all’ oro quanto al ferro. Lo spazio mi costringe; e la lunga strada che mi tocca percorrere mi vieta distendermi quanto bramerei nella descrizione delle gesta onde le mura costantinopolitane furono mute testimone. Dirò breve dei luoghi principali della difesa e degli uomini che vi sopravegliavano. Alla porta di San Romano stavano Costantino imperatore e Giovanni Giustiniani, con 300 scelti genovesi e con Don Francesco di Toledo. Alla prossima porta, che oggi si chiama d’Adrianopoli, erano Paolo ed Antonio Bocchiardi. Alla porta Caligaria, che or si chiama Egri Capù, Teodoro di Caristo greco ed il tedesco Giovanni Grant. Dalla punta estrema del porto, fino alla chiesa di San Demetrio si estendeva il comando del cardinale russo Isidoro da Kiovia. Al palazzo delle Blacherne accudiva il Bailo veneziano Girolamo Minotto; e là dove il mare lambe le mura, governava ogni cosa Leonardo da Langasco genovese. Tutto il rimanente della fronte del porto era affidato a Luca Notara supremo amiraglio; e fra la punta del Serraglio ed il Fanar, Gabriele Trevisani a capo di 400 nobili veneziani invigilava. Le galee nel porto obbedivano al ca-