Storia generale giorni ed in onore della quale la punta di terra testimonia del suo valore serbò il nome di lei, non fallì al suo dovere d’ asserire al Re che le divisioni di Egitto, di Cipro, di Cilicia e di Pamfilia non valevano nulla, che buon consiglio era il licenziarle, che colle rimanenti navi era agevole tener rinchiuse dentro Sala mina le forze greche e ridurle a patti. Ed invero, strette da mare col blocco, affamate da terra per mezzo dell’ esercito dilagato nell’Attica, la loro capitolazione era fatale. Anche questa volta il consiglio della forte donna, ch’era di bloccare e non dar battaglia, non fu seguito. La vigilia della fazione che prende nome da Salamina, un artifìzioso messaggio di Temistocle al Re indusse questi ad assalire. La sublime astuzia del navarca ateniese e la credulità del Gran Re il quale ripose fede nella profferta di Temistocle di tradire il suo paese, impedì la meditata fuga dei contingenti navali ellenici della Morea ansiosi di andar al soccorso dei focolari minacciati, fuga che Temistocle ormai più non sapeva come frenare e che il Re per somma ventura dei Greci ignorava. Tra la punta di terra presso la quale sorgeva Salamina e la costa dell’Attica che da Capo Colonna corre per maestro fino al Pireo, e poi s’interna fino ad Eieusi nella baia omonima, erano in sito assai ristretto ancorate le triere della federazione. Il mare circostante, dal Pireo fino ad Egina, era tenuto dagli Asiatici. Fra il Pireo e la punta di levante di Salamina è un isolotto, Psjttalea, che limita ancora il passo e lo riduce ad una bocca di mezzo miglio di apertura. Voglia però il lettore non mai dimenticare che nulla è più mutevole delle condizioni idrografiche delle coste. Il tempo passa, le meteore operano continuamente a modificare i contorni delle coste e delle isole; erosioni e colmature hanno luogo continuamente. Questo io dico non solo per il luogo della fazione di Salamina, ma per il passo di Negroponte altresì. Nella narrazione di queste campagne l’Euripo è ancor praticabile alle potenti squadre di Serse e dei confederati. Nelle guerre del XVIII secolo lo ritroverò fosso incavalcato da un ponte. Serse, fidente nella vittoria, fè disporre sulla sera un corpo di sbarco a Psyttalea, ed ordinò all’armata di ancorarsi