352 Storia generale rinforzo di 800 lance e di 1600 fanti. Zeno fu di nuovo duce delle schiere venete, composte in massima parte di venturieri di ogni nazione. Reclamavano stipendio ; il governo della Repubblica mandò 500 ducati, Zeno ne pagò altri 500 di tasca sedando così il tumulto. Le schiere, rassegnate a P cilestrina, sommavano ora ad 8000 uomini. I G-enovesi erano ridotti a 13,000, che occupavano in parte Chioggia ed in parte l’isola di Brondolo. Il 18 febbraio, Zeno assalì Brondolo. I Genovesi resistevano dietro le trincere; ma Zeno, fingendo d’esser vinto, si ritirò precipitosamente; allora i nemici uscirono ad inseguirlo, . Zeno li fece caricare dalla cavalleria, e quando vide che la guarnigione era tutta fuori dalla città, la percosse colla riserva. Egli sperava eli passare il ponte ed entrare in città, ma un arco di esso minò per il peso degli uomini. Molti genovesi affogarono, altri si salvarono nelle barche, ma quelli rimasti in città si trovarono così privi di comunicazione coll’ esterno. Intanto 10 galee genovesi vicine alla riva di Brondolo furono assalite dai Veneziani, che ne incendiarono alcune, mentre altre furono bruciate dai Genovesi stessi. Pisani, accorso col barchereccio, s’impadronì di tutto quanto era sfuggito alle fiamme. I Genovesi lasciarono sul campo in questa zuffa 3000 uomini ed altri 600 caddero prigionieri ; e si videro ridotti all’ occupazione di. Chioggia soltanto, dove potevano difendersi, ma non uscirne senza aiuto dal di fuori. 11 Comune di Genova avvisato in tempo, fino dal 18 gennaio aveva fatto salpare 20 galee sotto il comando di Matteo Maruffo, mentre Gaspare Spinola, giunto a Padova per via di terra, cercava far entrare un convoglio nella piazza di Chioggia di cui doveva assumere il governo. Mentre i Veneziani celebravano la vittoria, i soldati di Zeno si ribellarono e chiesero doppia paga, minacciando sbandarsi. Anche questa volta Zeno pagò del proprio la sommissione dei principali capi. D’altra parte, sulle galee,. i Senatori cominciavano a trovare lunga la campagna e si opposero al blocco di Chioggia proposto da Zeno e da Pisani; ed alla fermezza dei due generali devesi se desisterono. Taddeo Giustiniani, ingelositosi del Pisani, fu man-