della Marina Militare. 173 di mare. L’occasione determinante di queste rivalità verrà a fornirla la presenza delle armi delle diverse Repubbliche sui lidi della Siria durante quella contesa dell’ Oriente e dell’ Occidente che si scompone nelle successive guerre crociate. Ho tracciato così il quadro dell’operosità marittima italica nel Tirreno contro gli stranieri infedeli, nell’Adriatico contro i pirati nscocchi; ho tracciata altresì la genesi della nuova libertà comunale risorta fra noi dopo la tempesta barbarica come pianta vivacissima del suolo nostro che è impossibile lo sradicare. Or mi corre l’obbligo di brevemente accennare l’opera delle navi nella famosa contesa che piglia nome dal Sacerdozio e dall’impero. La contessa Matilde marchesa di Toscana, come signora della Tuscia, disponeva per diritto feudale delle risorse marittime sì dell’Italia superiore che della mediana. Valida amica del Pontificato, gliele offrì. I Normanni guidati dall’ interesse dopo una breve collisione col Pontefice ne abbracciarono la causa. Coni’ essi giungessero a sottomettere le Repubbliche marinare del mezzogiorno l’ho detto. Si può dunque senz’ altro asserire che il mare schierò le sue forze in favor dei pontefici legittimi e contro gli illegittimi che nella storia son detti antipapi. Quantunque in questo periodo non occorrano battaglie campali sul mare, poiché gl’imperatori non possedevano marina, frequenti sono i viaggi in mare di pontefici e di cardinali. Il mare fu allora per i Papi una via sicura, di gran lunga più sicura che le strade maestre. E siccome accade costantemente che colui cui il mare obbedisce governi la terra, così non ultima ragione del finale trionfo della causa dei papi è agli occhi miei lo aver essi saputo valersi della possanza marinaresca degli Italiani loro contemporanei.