■254 Storia generale Meloria, perchè ivi ebbe luogo la più cospicua fazione della guerra ed ivi naufragarono le fortune pisane in tal guisa che non si rialzarono più mai. Fino al 1283, la guerra fra Genovesi e Pisani andò sempre più incrudelendo. Combattevano per lo mare tanto le navi di guerra che le commerciali. Genova affidò il comando delle sue galee a Tommaso Spinola ed a Corrado di Oberto D’Oria; Pisa a Rosso Buzzaccherino ed a Andreotto Saracino. Lo Spinola mise a sacco Pianosa, Andreotto Saracino s’impadronì d’Alghero e ne trasse tanta preda pel valore di 28,000 marche d’argento. Corrado D’Oria arrivò troppo tardi al soccorso. Il Buzzaccherino si diede a disastrare la Corsica ; in complesso la campagna del 1283 si presentò favorevole ai Pisani, i quali, comandati anche questa volta da Buzzaccherino, danneggiarono Portovenere e sfilarono davanti a Genova buttando a grandigia dentro le mura palle coperte di drappo scarlatto. Oberto D’Oria, detto Brama-pace perchè contrario alla guerra, ricevette allora in comando 70 galee, colle quali rincorse i Pisani, i quali andarono al disarmo. Nella primavera del 1284 si riaprì la campagna. Giovanni Gaetani, pisano, duce di 34 galee pose 1’ assedio al castello di Calvi in Corsica che messer Arrigo De’ Mari con 24 sue galee soccorse. I Pisani ebbero la peggio, ed allora, avendo eletto a Potestà Alberto Morosini da Venezia, gli concessero assoluta e piena balìa. I Genovesi dal canto loro allestirono 20 galee grosse e ne armarono per via di polizze altre 30, il che vuol dire che coloro che le maneggiavano partecipassero alla metà degli utili nella preda. Di questa prima armata diedero carico a Benedetto Zaccaria che giunse presso Livorno ed attese al blocco di Porto Pisano. Ma vedendo che niuno dei nemici usciva, ingannato dagli informatori andò a ricercare il grosso delle forze nemiche in Sardegna. Già accingevasi ad espugnare il castello di Sassari quando uscirono dal-l’Arno 100 galee divise in tre stuoli; il primo comandato dal potestà Morosini, il secondo da Andreotto Saracino, il terzo da Ugolino Della Gherardesca conte di Donoratico : sforzo luminoso e grande cui l’Italia oggi a mala pena