della Marina Militare. 105 abbiamo più nulla degli scritti di Pytheas, salvo qualche citazione rammentata da Strabono e da Plinio. Questo navigatore il quale si vantava di conoscere non solamente il Mediterraneo, ma puranche l’Atlantico settentrionale e che diceva esser giunto all’isola ili Thule, ha lasciato intorno alla sua vita marittima uno strano mistero. Il suo viaggio contiene in mezzo ad una farragine d’inesattezze alcune cose giustissime. È a lui che dobbiamo il primo ricordo del promontorio Calbium che è il Capo di Ouessant d’og-gidì e la esatta giacitura della vasta isola di Albione ; per lui si seppe che oltrepassata la foce del Reno incontravasi 1 Isola Basilia, che comparisce come Isola Baltia in un’opera di Senofonte da Lampsaco. Successore di Eratostene nello studio della cosmografia, fu Ipparco da Nicea in Bitinia, ancor egli cittadino di Alessandria. Ipparco ha la gloria imperitura di aver creato la geografìa sistematica e positiva. Che fosse astronomo di vaglia, ce lo dice il suo catalogo di stelle raccolto nellM/-mageste di Claudio Tolomeo. Egli fiorì verso l’anno 150 prima di Cristo e fu il primo a definire ciò che fossero la latitudine e la longitudine dei vari luoghi. Nel suo catalogo di stelle Ipparco aveva determinato la distanza di ognuna dall’equatore e da un primo meridiano. Seguendo l’istesso modo egli volle fissare sulla carta la posizione geografica dei luoghi. Relativamente facile era il determinare la latitudine, la quale si può ottenere con sufficiente approssimazione osservando la lunghezza delle ombre di uno gnomone, oppure paragonando le durate del giorno solstiziale. Molto più arduo era scuoprire un modo di avere la longitudine. La ragione astronomica dell’eclissi, già nota da lungo tempo ai Greci, aiutò Ipparco nella sua immortale scoperta; perchè, siccome un’eclissi si osserva al medesimo istante dovunque l’astro è visibile, la differenza oraria fra due punti della terra procura immediatamente la differenza in longitudine. Egli è certo che se Ipparco avesse avuto a sua disposizione molti astronomi a lui pari ed esperti nel tener conto dei fenomeni cosmogonici, le sue carte sarebbero riuscite precise. Ad ogni modo egli tracciò la celebre Tonila dei chini,