della Marina Militare. 27 tra Munichia (a levante del Pireo) e Psyttalea ed approntarsi per la dimane. All’ aurora i confederati che videro inevitabile lo scontro si disposero nello spazio oltremodo angusto della baia giusto come nella prima giornata d’Artemisio, vale a dire, in semicerchio, presentando al nemico le prore, gli Ateniesi all’ala destra con i Fenici a fronte, i Peloponnesiaci alla sinistra con gli Ionii a fronte. L’armata del Re diede delle pale in acqua, ed oltre misura numerosa per lo spazio angusto, mosse arditamente all’assalto. I confederati sciarono per accostarsi colle poppe alla riva a fare in guisa che i numerosi stuoli nemici penetrassero nell’acque ristrette; e quando ve li videro compromessi, con vigoroso lavoro di remi li caricarono ad oltranza; gli Ionii di Sersé, com’era da supporre e come Artemisia aveva preveduto, si difesero debolmente ; con sommo vigore i Fenici ; ciò non impedì pertanto la loro disfatta ed i primi ranghi volti in fuga andarono a portar confusione ne’ secondi e ne’ terzi. Il giavellotto e la lancia arya nella ristrettezza dello spazio diedero più morte che la freccia asiatica; mancò acqua per evoluire agli abili manovrieri fenici. Ne abbiamo la prova istorica nel caso occorso ad Artemisia regina. Questa, che in persona dirigeva la sua divisione, trovandosi ostacolo sotto il rostro la triera del re dei Calindi, senz’esitanza la colò a fondo per correre addosso ai Greci. Dalle triere affondate d’ ambo le parti scamparono la vita i Greci usi al nuoto ; non così i Persiani, che non sapevano nuotare. Compì l’opera di Temistocle uno de’colleghi nel comando, Aristide il quale, quando s’ accorse che il nemico era respinto, prese terra in Psyttalea e ne passò al filo delle spade la guarnigione nemica. Andrebbe errato colui che stimasse Salamina assoluta disfatta dell’ armata d’Asia. I vinti rimasero ancor più numerosi di coloro che intuonarono il peana vittorioso ; è vero pertanto che l’esito della bella fazione lieta per i Greci e da essi inattesa, poteva minacciare la linea di ritirata di Serse la quale faceva capo al ponte eh’ egli aveva gettato sui Dardanelli e che un’ ardimentosa divisione greca poteva incendiare. Serse, che i confederati temevano ancora, e la