446 Storia generale eli pergamene 17, e nel 1352, Amedeo VI paga 20 lire sette quaderni di carta. A buon mercato erano le corazze ; un paio nel 1366 comprate a Venezia son poste in conto lire 62. 09. Diverso era il prezzo quando le armi erano adorne di fregi e ricami e di fatti nel conto di Amedeo sesto riscontro i prezzi seguenti : « Une payre de ganteletz (un ducato e !/2) lire 32. 87. « Due piccole daghe pel principe d’Acaia lh'e 64. 40. Un camauro d’ acciaio 74, un usbergo 738, un altro usbergo per il Conte Rosso 830 ed un terzo 590. » Nè posso tacere di qualche considerazione intorno ai bi lanci marittimi degli Stati medioevali. L’armata è sempre cosa costosa. Se si eccettui l’Impero di Costantinopoli, i principati medioevali fino al XIV secolo furono poverissimi, e le sole repubbliche offrono l’esempio non solo di opulenza, ma di corrette idee amministrative. Gli è per questo che vediamo primeggiare contemporaneamente le città anseatiche e le repiibbliche italiane. In ambedue coteste forme di costituzione i cittadini per via della mercatura acquistavano ricchezze notevoli, e lo Stato avea bel giuoco imponendo gente cui il pagare non era sacrifizio eccessivo. Nel 1357, nell’ occasione d’un prestito fatto dalla repubblica di Siena fra i suoi cittadini, questi firmarono per 40,000 fiorini di rendita ; al tasso del prestito la città offriva un valsente di venti milioni di fiorini che corrisponde a 430 milioni e mezzo di nostre lire. Quando i Bardi ed i Peruzzi nel 1339 fallirono la prima volta per cagion del mancato pagamento del re d’Inghilterra lor debitore, perdettero di colpo 28 milioni di lire. E non vi erano sovrani nell’ Europa occidentale che potessero competere in punto ricchezza nè coi Comuni liberi del settentrione, nè con quelli del mezzogiorno. Marin Sanudo parla delle tremila navi di Venezia, dei suoi 36,000 marinari, dei suoi 16,000 arsenalotti. Allorquando scoppiava una guerra i Comuni italiani e germanici facevano leva di pecunia coi prestiti, sicuri come erano di pagarne annualmente gli interessi. Non così i sovrani i quali, o fallivano come il re inglese, o battevano moneta falsa come Filippo il Bello di Francia. Ogniqualvolta un