382 Storia generale Pero Niño li cercò invano al Capo di Palos, al Capo San Martin, a Blanez, a San Felice di Quixols, infine a Marsiglia. Pietro di Luna, antipapa sotto il nome di Benedetto XIII, che alcuni vogliono fosse stato corsaro in giovinezza, dimorava a Marsiglia, dove i due predoni stavano a stipendio suo. Dall’isola di Pomègue la vedetta del fanale segnalò l’arrivo delle galee; i due corsari stavano in crociera fuori del porto. In sulle prime non ebbero la minima paura, anzi rimasero co’ remi a palpa e colle prore volte al largo. Poi, giudicando la partita disuguale, ricorsero per meglio fuggire ad uno strattagemma. Si diedero a passar di mano in mano armi lungo la corsia palesemente. Pero Niño mandò i suoi uomini ad armarsi, suppongo una guardia per volta. I corsari allora date le pale in acqua volsero arrancando per il porto d’onde non distavano più di due miglia. Niño li perseguitò ma non li raggiunse. « / verrettoni ¡¡schiavano, » dice G-amez. Intanto 20 barche corallaie di genovesi e molti burchi e schifi armati di balestrieri si disponevano a difendere i corsari. Pero Niño ciò nulla-meno apprestavasi a combatterle, quando il Pontefice gli mandò su d’una saettìa un cavaliere gerosolimitano ad impartirgli la benedizione ed a ordinargli di non turbar la pace dell’ acque projjinque alla città. Poco stante la squadretta castigliana andò a Tolone. Yi trovò tre cocche del corsaro Diego di Barrosa ; v’ eran stàtó investite dal loro capitano perseguitato da certe galee genovesi. A Tolone nuove informazioni circa il nemico ch’era in Sardegna, ad Alghero. Tra Tolone ed Alghero Pero Niño ebbe ad incontrar un fortunale. Stimo valga la pena di tradurre letteralmente la relazione. « Contro l’opinione sagace de’ marinari e malgrado il tempo cattivo, don Pero ordinò di salpare e di metter la prora sull’isola (d’Hyères); e partì come l’aquila affamata che vada cercando sua preda. Pertanto, uscite fuori dal riparo della costa, le galee soffrivano molto ed i marinari avrebbero voluto poggiare. Il capitano rispose che a ciò neppur pensassero ; piuttosto s’ «ccupassero a recar il miglior rimedio che l’arte loro consigliasse.