della Marina Militare. 333 anche lo stabilimento delle signorie nell’Italia superiore, avevano rimasto nella penisola il malo germe delle milizie venturiero. Verso la metà del XIV secolo le belle repubbliche democratiche, agitate sia per via di lotte intestine, sia per via di mutue rivalità, cessano di addestrarsi alle armi ed affidano il sacrosanto obbligo della difesa a masnade venderecce. S’inizia il periodo delle compagnie di ventura, dei condottieri pei cpiali la guerra è una professione o meglio un mestiere. Non si vedono più quelle zuffe nelle quali tutte le energie virili d’una città si lanciano contro le energie virili della rivale. La conseguenza del novello stato di cose si ripercosse altresì sulle faccende marinaresche. Ed uomini i quali trovarono utile l’acquistar ricchezza per via della spada, si diedero alla corsa piratica. Non è infrequente in questo tempo l’incontrare nella cronaca delle città il nome di qualche uomo di schiatta nobile che s’ è dato a schiumare il mare e che sorpreso dai magistrati cittadini è in brev’ ora giudicato, condannato e punito nel capo come ladrone. In questo le città mediterranee avevano comune la dottrina colle anseatiche. Ed ora dalle geste di marinari mediterranei ed oceanici passo alla mutazione di armamento e per conseguenza di architettura che incontrasi durante il XIV secolo. La bombarda o artiglieria da fuoco dimostratasi efficace sul campo, venne a bordo a surrogare il manganello. E nella enumerazione degli uomini di battaglia ebbe luogo il bombardiera, colui che caricava e scaricava l’arma novella e paurosa quasi altrettanto agli amici che ai nemici. Messer Ranieri dei Grimaldi, almirante di re Filippo di Francia, si valse delle bombarde alla fazione di Zerick-Zee. Negli statuti di Gazaria del 1316, le navi di commercio vi sono obbligate ad avere in dotazione bombarde in proporzione della loro portata. Così una nave di 600 tonnellate doveva averne cinque con 120 palle di ferro o di pietra e ,13 barili di polvere, colla penale di 10 fiorini di multa. E sullo statuto di Gazaria si modellarono quelli d’Ancona e d’altre città. La bombarda dunque non fu unica a bordo; rammentiamo che teneva assai minor posto del manganello. Sulle