436 Storia generale ilei era molto scarsa. Quattro bussole di cui due più piccole, una chiesola colle sue lampade ed una carta da navigazione. Fino al 1500 si sospettò che il polo magnetico ed il polo sidereo non collimassero, e si diceva ebe le bussole gre-clieggiavano oppure maestreggiavano ; ma sebbene questo volesse significare che esisteva la declinazione del compasso, fu Martino Bebaim il quale scientificamente la scoprì ; e Cristoforo Colombo, il quale aveva avuto conoscenza in Portogallo dell’ opera di Martino, fu primo a correggere la rotta per causa della declinazione. La meteorologia era ignota ai piloti delle galere, i quali pertanto (e su ciò si consulti il capitolo 12 del libro 2° del-1’ Armata navale di Pantera) traevano pronostici del tempo dall’ osservazione di fenomeni. Alcuni son buoni anche oggidì ; altri sembrano per avventura infantili. Per esempio : « Quando l’asino scuoterà il capo e le orecchie senza esser molestato dalle mosche, o da altra cosa, pioverà prima che passino 24 ore. » « Qixando le mosche, le pulci, le zanzare, ed altri simili animali che si nutriscono di sangue morderanno più del solito, sarà segno di pioggia, » Ma le lunghe navigazioni veliere chiedevano assai più che la bussola e la carta di navigazione. E mediante uno strumento che chiamasi balestriglia o mazza di Giacobbe, i piloti pigliavano l’altezza meridiana del sole o della stella polare ; con questa e colla declinazione dell’ astro ot-tenevano una precisa latitudine. Più difficile era ottenere una qualsiasi longitudine,. , Chi bramerà sapere come nel XYII secolo inoltrato, si pigliasse la longitudine, può consultare L'arcano del mare, opera di Roberto Dudley, sagacissimo scrittore di cose marittime e che fu insieme capitano, disegnatore di porti, disegnatore di navi e pilota, Credo inutile aggiungere che le carte da navigare furono in questo periodo carte piane; le carte ridotte non comparvero che nel 1687 da quel Kaupman più conosciuto col suo nome latino di Mercatore. Torno a ripetere quello cui altrove ho accennato, cioè che la tradizione stataria marittima serbata a Costantinopoli passò a Venezia e nella