278 Storia generale e gli animi virili e confidenti sursero a riparare le perdite che avevano patite e a preparar novelli trionfi (1219). « Così passò l’invernata tra fieri travagli, senza che il tedio, l'alluvione, la peste, la fame, la guerra, le più terribili piaghe dell’umanità avesser potuto disanimare quei prodi, alla cui costanza sorrise finalmente la vittoria. Che al tempo stesso, essendo stati dai medesimi flagelli percossi i Saracini, non durarono : all’ entrante febbraio gli emiri levarono il campo a tumulto, il Sultano dovette fuggirsi, e l’esercito per dimostrazione di fedeltà tenergli dietro, senza dir motto al presidio della piazza. Allora i Crociati per inattesa ventura passarono all’altra sponda, e guadagnarono migliori posizioni, e lo alloggiamento del Sultano, e il campo nemico ricco d’ogni bene. « Dunque ai cinque di febbraio 1219 incominciò l’assedio stretto di Damiata, perchè in detto giorno, e non prima, s’accamparono i Crociati al di là del fiume e circuirono la piazza per ogni lato. Cavaron fosso profondissimo e fecero trincere alla fronte e alle spalle, fortificate contro le sortite del presidio e contro le irruzioni del soccorso : e volendo mantener sempre il primo accampamento, il porto sul Delta, e il passo dall’una all’altra riva, gittarono due ponti sotto e sopra alla città, ciascuno formato con otto grossi bastimenti, incatenati a giusta distanza, ed impalcati con travi e tavole. Di più costituirono ridotti ampi e forti alla testa ed alla coda dei ponti, e vi collocarono intorno molte navi per difenderli sul fiume. « L’assedio memorabile di questa città basterebbe da sè solo a dare largo argomento di trattato utile e ricco di esempi per gli ingegneri e pei soldati, a voler tutti ricordare i fatti particolari che gli scrittori di quel tempo in rozzo stile, ma con singoiar precisione hanno fino a noi tramandati. Io, per non dilungarmi troppo, tiro innanzi in compendio, con un occhio scorgendo i fatti generali della Crociata, e coll’altro posandomi sopra le cose che risguar-dano specialmente i Romani. « Le città per quei tempi si espugnavano con arte di guerra difficoltosa, micidiale, e diversa dalla nostra, Alcune volte si pigliavan per fame, ma Damiata era provvista ab-