68 Storia generale tU caccia, si pensi quanto essa è aumentata se la terza linea — quella la cui velocità regola le prime nel caso presente — ha la schiavitù del rimorchio, e si vede di leggeri a qual grado di pratica nella tattica navale eran giunti i Romani nell’ anno 256, quarto della guerra. A tal maestria non si giunge davvero così di lancio: dessa richiede un’ educazione fondamentale accurata, una pratica costante, l’attenzione d’ogni istante. Non esito punto a giudicare che quella formazione romana era più difficile a mantenersi e richiedeva maggior maestria d’arte navale che quella anche bellissima (ma non complicata dal rimorchio) sotto la quale gli Ateniesi si schierarono per combattere Callicratida alle Arginuse. La forza motrice di questa maravigliosa armata, mi dice quali risorse d’iscrizione marittima presentasse la costa italiana, e qual mirabile metodo d’ esercitazione avesse presieduto all’armamento. Nè Cartagine era stata impari al suo compito ; essa aveva preparato 850 navi che dai porti di Palermo, Trapani e Marsala sorvegliassero l’annata Romana. E difatti Cartagine conobbe in tempo i movimenti di questa, poiché Annone ed Amilcare, radunate le proprie forze alla foce del Platani presso alla Cattolica (di Sicilia) e scompartitele in quattro squadre si presentarono al cuneo romano al largo della terra alta d’ Ecnomo, là dove sorge ora Licata. Annone ed Amilcare disegnarono che le due squadre del loro centro combattessero l’apice del cuneo romano, e che le due ali, convergendo quella di destra verso sinistra e quella di sinistra verso destra, affondassero il' convoglio rimorchiato e la riserva dei triarii. Insomma Cartagine opponeva la forbice al cuneo. Annone si riservò il comando dell’ala destra. A ragione di logica la formazione a cuneo meritava sulla forbice la vittoria che fu dei Romani completa ed assoluta ; e procurò loro uno sbarco non molestato a Clypea, la Aklib d’oggi ; le città ricche e non murate della provincia cartaginese caddero preda facile del doppio esercito consolare che, circonvallatosi e tratte le navi a terra, non serbò comunicazione colla patria. La quale, stimando che un solo de’due eserciti consolari bastasse a