della Marina Militare. 257 la catalana, apporterà alla vecchia marina normanno-sicula un’ onda di sangue giovane. Chi dal confine occidentale ligure si parte costeggiando l’alto Mediterraneo, incontra Antibo, Fréjus, le isole di Hyères, Tolone, Marsiglia, la Bocca del Rodano onde si accede in Arli, le Acque Morte, Cette e Narbona. JÈ questa la costa che noi chiamiamo di Provenza, e lungo la quale quanto lungo la italiana rimasero vivaci nel popolo le tradizioni marittime romane. Come noi d’Italia, così i Provenzali ebbero a lottare coi Saracini, al paro di noi contro i predoni Normanni. Sotto i Carolingi le città marittime di Provenza ebbero sorti comuni alle città marittime d’Italia. Queste e quelle seppero ugualmente approfittare del graduale indebolimento degli alti signori di stirpe alemanna per rivendicarsi a libertà. Le Repubbliche marinare non furon solamente italiche, ma provenzali altresì ed a chi va scartabellando antichi documenti è agevole rintracciare trattati d’alleanze, rotture d’ostilità, tregue, piccole e grosse lotte, in cui figurano, ora i consoli, ora i vescovi di città provenzali ed italiche. La prima e la seconda Crociata procurarono tanto alle città provenzali che alle italiane ricchi noli per il trasporto dei guerrieri catafratti. Si può ben dire che per un breve periodo fuvvi nel Mediterraneo fra Valenza e Messina una marineria sola la quale ebbe comuni gl’interessi, le costumanze, le armi e le usanze commerciali. Convennero queste navi per gli stessi scopi agli stessi porti: e se il mio lettore vuole avere una perfetta idea di una città marittima del XIII secolo egli può recarsi oggi alle Acque Morte nella guisa istessa che per rivivere nel 300 italiano, egli non ha altro da fare che recarsi a San Gimignano in Toscana. La sorte felice e gloriosa e ricca delle città provenzali terminò quando il paese circostante fu teatro di quell’ invasione settentrionale che chiamasi la guerra degli Albi-gesi. La Provenza vi perdette la indipendenza politica ; pur vi serbò il suo vecchio colore gallo-romano. Carlo cl’Angiò, fratello a San Luigi re di Francia, principe di non connine valore, di scarsi scrupoli e di un’ ambizione sfrenata ebbe dal fratello in feudo la Provenza. Già nel 1248, n