40 Storia generale. (li Corinto. Ivi Formione navarca ateniese, comandante di 25 triere, ha dalla patria la missione di coprire Zante amica. d’Atene dalle minacce d’ima squadra dorica in allestimento nel Golfo di Corinto e di rinchiudervela. Là Isocrate ed Agatarchida navarchi corinzi avevano radunate 47 triere ed imbarcatevi su una divisione di opliti, mentre Cnemos navarca spartano, e costoro alleato, con una minor squadra tentava sbarcare un corpo di mille opliti sulla marina di Missolungi. Formione, da Patrasso, luogo opportuno che Missolungi fronteggia, sorvegliava le due squadre che movendo una da levante e l’altra da ponente tentavano congiungersi. Come appar chiarissimo, Formione aveva di fronte forze triple delle proprie, quantunque divise. La squadra ed il convoglio corinzio, uscite dai Dardanelli di Lepanto, giunte all’ altezza di Patrasso fecero prora per Missolungi, allo scopo d’ ire incontro a Cnemos da qualche giorno atteso, quando Formione discostatosi dalla sua base governò sul nemico per osservarne lé mosse. I due navarchi corinzi ancorarono lungo la costa, tenuti d’ occhio dalle triere di Formione, ed attesero il mattino seguente per rimettere in mare. E nelle prime ore difatti salparono e si disposero in semicerchio colle proprie onerarie nel concavo dell’arco come per attendere l’assalto. Era questa la formazione preparatoria che abbiamo visto usata da Temistocle a Salamina ; ma Temistocle, aveva vogato subito sid nemico, e questo i due navarchi non osarono fare. Formione invece, messe le sue 26 triere in colonna col fianco esposto (quasi ad invito), sfilò davanti al semicerchio, però a convenevole distanza ; e quando — come suole nell’ estate lungo le rive del Mediterraneo là dove la costa è alpestre — si levò il vento meridiano dal largo e le 47 triere ferme sui remi non poterono, per causa di questo, tenersi in formazione, Formione segnalò alle sue 26 navi di appoggiare simultaneamente di 90°, e mutata così la sua colonna in ordine di fronte, caricò il nemico fermo e perciò non più padrone della propria manovra. Sotto l’assalto inopinato e fulmineo dodici triere caddero in potere di Formione, il rimanente corse a rifugiarsi sotto la costa. Formione conscio della sua inferiorità numerica, non ve le molestò;