della Marina Militare. 197 d’oltremare spinse poi all’ armamento i capitali che nel trasporto d’uomini e di derrate trovarono rimunerazione amplissima; si ohe non credo andar errato nell’asserire che la stazza delle navi nei secoli XII, XIII, XIV di poco fu inferiore a quella complessiva del Mediterraneo qual essa era al principio del XIX secolo. La galea del XII secolo, come ce la descrivono i cronisti delle Crociate, era una nave sottile capitanata da un romito, che aveva a secondo un sotto romito, armata di 8 nocchieri, 30 balestrieri, 8 prodieri, 6 coniglieli, 6 alighieri, 6 spallieri, 156 rematori; un totale di 222 uomini senza contare le maestranze. Questi vogatori erano disposti in 26 bandii a due remi per banco, ogni remo affidato ad un sol uomo. L’ armamento mditare consisteva in 400 lance, 1000 dardi, 5 mila verrettoni, 30 lambarde, 6 roncole, 6 accette, 6 falci, 120 pavesi o targhe, 100 corazzine guernite. Questo genere di galea era chiamata sottile; che se la poppa erane più larga e divisa in due spicchi come quella dell’ urche d’Olanda che ancor talvolta ' s’ incontrano nei mari del Settentrione, la galea chiamavasi bastarda ; fu più tardi detta galea di Fiandra quella costruita in vista dei traffici che i mercanti veneziani iniziarono colle Fiandre e chiedeva solidità maggiore di membratura e fasciame più spesso; eccone le dimensioni: 127 piedi in lunghezza tra le ruote, 10 piedi di larghezza massima sul pagliolo della cala, 18 piedi in coperta, 6 piedi e */2 di puntale. Ebbe nome di galea di Londra quella costruita pel commercio di Venezia col Tamigi ; di galea di Rurnunia, se più piccola e destinata al commercio del Mar Nero e del mare intorno alla città d’Azof che i nostri cronisti chiamano la Tana. Le galee essendo ciò che ora sono le nostre navi di linea, sul loro modello erano disegnate navi minori, cioè le galeotte; ed anche navi maggiori che furon chiamate galeazze ; queste pertanto comparirono molto più tardi, cioè quando i cannoni furono parte integrante dell’ armamento navale. Le galee mercantdi (se dobbiamo prestar fede ad una relazione-di viaggio di Pietro Martire d’Anghiera che scrisse nel XV secolo) erano della portata di 500 tonnellate ; l’equi-