238 Storia generale avessero bramato, 1’ andar in Egitto a compire l’opera disegnata ora non era possibile perchè il cuor del verno era giunto. I Greci, cui la circostanza sembrò ed era davvero propizia, armarono come incendiarie 17 grosse cocche e profittando della notte e del vento favorevole le spinsero contro il campo navale de’Crociati. Anche in questa emergenza l’abilità de’ Veneziani che imbarcatisi sópra schifi agganciarono i brulotti e li mandarono in deriva in balìa della corrente, salvò i Latini. Da ambe le parti fervevano quasi inconsciamente preparativi guerreschi. I Greci avevano riparate le mura e sulle torri alzato bertesche di legno. I Latini imbarcati i manganelli e le scale, questa volta più numerose e più lunghe. Corse nel campo crociato la voce che Murzuflo con viveri avvelenati intendesse disfarsi de’ suoi alleati. Cotali voci nate dal sospetto incontrano sempre una eco favorevole. Conone di Béthune ne parlò nel Consiglio de’ Capitani e là si decise cingere Costantinopoli di novello assedio e spartire le terre dell’ Impero nella misura d’una metà ai Veneziani, e dell’ altra ai Franco-Fiamminghi. Il giovedì che vien dopo la mezza quaresima dell’ anno 1204 l’armata sempre ripartita in battaglie, alternando galee con navi e con uscieri, a vela le une, a remi 1’ altre lungo una fronte d’un miglio e mezzo, mosse contro Costantinopoli. Investite le navi nel porto, misero a terra la gente; ma per quanto si tentasse la scalata in più luoghi, la sera fu d’uopo rimbarcarla. Enrico Dandolo, in un secondo Consiglio de’ Capitani, opinò doversi dare nuovo assalto sempre dal porto e non dalla parte dove ora sorge il vecchio Serraglio, come i Crociati francesi bramavano; fu deciso dunque che il vegnente lunedì si ricominciasse. Aiutati da una brezza di tramontana che si levò durante il conflitto, riuscì ai Veneziani d’accostar alle mura una sambuca eh’ era, coni’ ho detto altrove, una coppia di navi coronata da castello. Erano queste il Paradiso e la Pellegrina. Investirono una delle torri, i loro uomini diedero la scalata, altri dall’ altre navi seguirono. Non è il caso di narrare il sacco della città, nè quei