416 Storia generale Portogallo. Le due corone guerreggiarono per il possesso di terre che non ne valevan troppo la pena e che poi rimasero alla Castiglia. Intanto i cartografi non stavano oziosi. Noi abbiamo un Atlante mediceo ritenuto opera di anonimo genovese, prezioso documento che si conserva nella fiorentina Lau-renziana e che è del 1351. Abbiamo l’Atlante catalano del 1375 che si serba nella Biblioteca Nazionale di Parigi; alla Marciana di Venezia l’Atlante di Giacomo Giroldi del 1426, ed alla Biblioteca Nazionale di Parma la Carta nautica di Battista Beccario, genovese, le quali dimostrano come l’opera dei navigatori fosse tenuta in sommo conto. Ma la cartografia acquistò maggiore importanza quando, ridottasi più scientifica, l’infante don Enrico di Portogallo stabilì a Sagres (1415) nell’Algarye quell’Accademia nautica ove, o personalmente, oppur pei loro scritti, fecero capo tutti i cosmografi di quell’età. Nel 1417 Gonsalvo Zarco, avute notizie di alcune terre atlantiche dall’ esperto pilota spagnuolo Morales, partì alla ricerca di quelle terre e discoprì il gruppo delle Madere, di cui morì governatore nella città di Eunchal fondata dà lui. Ancor si discute dagli scienziati se Tristan Vaz, portoghese esso pure, avesse preceduto Zarco. Gli studi dell’infante Enrico e della sua Accademia si diressero allora specialmente alla ricerca di terre africane verso mezzogiorno. Antonio di Noli, genovese al servizio di Portogallo, nel 1450 discopre le isole del Capo Verde; dodici anni dopo Pietro di Cintra tocca la costa di Guinea, dà il nome di Sierra Leone ad una catena di montagne e riconosce il Capo Mesurado. Nel 1472 San Tomrfiaso, l’ìsola del Principe e Aunobon sono conquistate dai Portoghesi, che nell’anno 1482 edificano il forte di San Giorgio dèlia Mina a mezzogiorno dell’Equatore. Il Portogallo non con-tentavasi di spingere giù le . sue navi, ma radunava conoscenze geografiche in vari modi. Non rifiutava la ricerca delle terre a ponente ; difatti nel 1432 scoprì le Azzorre ; altri vuol leggere 27. Egli è certo che in una carta catalana del 1439, tracciata da Gabriel eie Valsegna, leggesi: « A questas ilhas forali trobadas per Diego de Sevill, Pelot