della Marina Militare. nomina sempre quest’ ultimo : ma il Memoriale Regiense distingue pur sempre Soldano e Corradino come due diverse persone. « Cinque giorni dopo sbarcarono alla foce del Nilo le primizie dei Romani che avevano navigato col conte Pietro Annibaldesco : rinforzo opportuno e desiderato per rimettere a numero le file di quell’ esercito già diradate dalla strage e più anche dalle diserzioni. Appresso il principe Conti con sue navi e maggior nerbo di milizie approdò a Tolemaide, e di là venne al campo di Damiata accolto con grandissima esultanza dai Crociati di ogni favella che aspettavano veder le prove di quel valore che alla virtù dei Romani con perenne testimonianza attribuisce la fama. Anche il novello Sultano, fattosi con tutto l’esercito a campeggiare più dappresso, voleva saggiare la bravura di uomini1 tanto celebrati; onde che mentre i nostri pigliavano la posta alla punta della trincera, presso la riva del fiume, innanzi che si fortificassero a dovere, muoveva per assaltarli all’ improvviso. Era il dì di San Dionigi, ai dieci di ottobre, sul primo albeggiare, quando Sultan Carnei fece spiccare dalla riva di Damiata un numero grande dì chiatte e barconi pieni di soldati per trapassare il Nilo e assaltare gli steccati de’ Romani. 1 nostri dall’ altra parte si raccolsero, ed anziché aspettare il nemico dietro ai ripari, ebri di gioia nella fiducia del vicino trionfo, si ordinarono per-uscir fuori a percuotere gl’ infedeli sulla riva. 11 legato Pelagio portando in mano la Santa Croce, benedisse alla prima sortita dei legionari, ed esortandoli a fare il debito loro, licenziolli a combattere. I nostri guerrieri, come narra il cronista, simili agli angeli, giù per quei sabbioni del Nilo rapidamente volando, assaltano gli assalitori; e squillano le trombe, folgoreggiano le spade, si azzuffano, si percuotono, fanno l’ultima possa della loro virtù. Se i Romani avessero per poco tardato a caricare, se si fosse dato tempo ai Saracini di ordinarsi, forse le sorti di quel giorno sarebbero state divise : tanto grande la loro moltitudine e l’arte, e la bravura. Ma affrontati sul ciglio di largo e profondo fiume, e impediti di svolgere l’ordinanza, balenarono alla prima sotto la poderosa carica delle legioni : e i nostri sopra