202 Storia generale l’ancora e delle vele, coll’ ausilio dei 6 coniglieri, cioè dei vogatori dei remi di prora, così chiamati perch§ seduti al-l’ultimo banco che aveva nome di coniglia. I 6 alighieì-i eran gli uomini scelti che, armati dell’ alighiero (che noi oggidì chiamiamo gancio) scostavano ed accostavano la prora ad un molo, o ad un’ altra nave. Non è fuor del possibile che il cognome del nostro sommo vate tragga origine dall’aver un suo avo coperta funzione d’alighiero su d’una italica galea. Al primo banco a poppa sedevano gli spal-lieri o capivoga, uomini cappati detti anche portolani. I balestrieri formavano la guarnigione militare della galea, ma a fazione iniziata è chiaro che armavansi anche coloro che non avevan più che fare coi remi, coll’alberatura e coll’ ancore e con gli alighieri. Con ciò spiego la quantità di lance e di targhe attribuita a dotazione di una galea è della quale ho fatto cenno nelle pagine precedenti. Qui ricordo che anche pochi anni fa le divisioni d’arrembaggio componevansi di uomini adibiti ai pezzi delle batterie. Allo stesso modo praticavansi sulle galee, ove gli uomini d’alcuni remi frenellavano questi ed imbracciate le armi, correvano alla conquista del ponte nemico o lo difendevano dall’impeto degli avversari. Le maestranze di bordo tenevano luogo cospicuo a bordo alle galee. Il maestro rcmiere, il maestro armaiuolo, il maestro barilaro, il maestro dispensiere ch’era anche cuoco, ed il calafato costituivano uno stato minore tecnico, ed ognuno di essi aveva seco un paggio. Paggi avevano pure il comito, il sotto comito, il primo fra i nocchieri; questi giovanotti erano gli apprendisti della galea. Infine mi convien toccare 1’ argomento importantissimo dell’arruolamento del personale necessario a guarnire di uomini le grosse armate di Signorie e di Comuni. Nel luglio del 1294 il Consiglio dei Trenta della Repubblica di Venezia decretò che le galee fossero eqiiipaggiate dalle famiglie più agiate in proporzione delle particolari dovizie. Quando era richiesto in Venezia un arruolamento, i magistrati di ogni contrada dividevano i maschi dai 30 ai 60 anni in gruppi di dodici, chiamati duodène. Si estraeva coi dadi a sorte un uomo per ogni dozzina. Il perdente