della Marina Militare. 189 trettanto valoroso in guerra quanto sottile in pace, non arrossì mai della sua giovinezza venturiera; chè anzi, fattosi vecchio, ordinò a Goffredo Malaterra suo biografo di scrivere le sue avventure perchè la posterità sapesse da qual umile e misero stato egli erasi levato. Roberto e Ruggero fratelli, per breve istante accesero mutua guerra ; ma tosto rappacificatisi, rimasero poi sempre uniti per la conquista della Sicilia e della Puglia. La conquista della Sicilia chiese trent’ anni al conte Ruggero; quasi altrettanti a Roberto Guiscardo il dominare la Puglia. Vinti tutti gli avversari, Guiscardo si ritrovò nel 1081 a governare quella regione italiana che fino al 1860 si chiamava politicamente il reame delle Due Sicilie. Ma non ancora pago si accinse a conquistare l’opposto lido dell’ Jonio obbediente ai Greci. Noi l’incontriamo infatti in quell’ anno 1081 prima a Corfù, poi a Butrinto, poi intorno alle ardue mura di Durazzo. Nell’ottobre del 1081 egli vinse Alessio Comneno ristauratore dell’ Impero d’Oriente e che in persona guidava l’esercito per liberare Durazzo assediata. Richiamato in patria dalla contesa fra Gregorio VII ed Enrico IV, Roberto tornò a dirigere la campagna contro i Greci nel 1085 e fece di Cefalonia il suo caposaldo per novelle imprese. Ivi morte il sorprese d 17 di luglio ed in ricordo del suo soggiorno in Cefalonia, ancor tuttavia chiamasi Capo Guiscardo la punta settentrionale dell’isola che presso i Greci avea nome di Promontorio Arezio; e l’antico Panormus serbava tuttavia nell’ Atlante del Cantelli, che è del XVII secolo, il nome di Porto Guiscardo. Ruggero I duca di Puglia, figliuolo di Guiscardo, ascese il paterno trono e la guerra intestina scoppiata fra il duca ed il fratello Boemondo salvò Alessio Comneno dall’ imminente rovina. Ma, come al solito, i dissidi fra Normanni non durarono a lungo. Boemondo accettò vita naturai durante in fèudo il principato di Taranto; serbò Cefalonia, Corfù e Butrinto e con una serie di fazioni fortunate si tagliò uno Stato nell’ Epiro. Egli è il Boemondo che spinto'dal naturai talento per la vita venturiera, fu cantato, insieme al cugino Tancredi, da Torquato Tasso e che, in-