1525 Alle*re\\a di Carlo per la vittoria di Pavia . Sua moie* rat iene. Manda il "Duca di SeJJ'aad offerirla pati al Papa . T fa il me-iefimo uffici» et’ Vi-rtetUnè. I/eie dìi foretto mag-liete . Regina di f rancia Ujja uffici CO* Virtela ri per m; ritener li iella ionfe-ieraticne . 398 DELL' HISTORIA di buona volontà verfo Cefare, & commifero a Lorenzo Priuli, & ad Andrea Navagiero, i quali deftinati prima a Carlo , s erano per ordine publico fermati a Genova, che feguendo il loro viaggio , fi conduceffero in Ifpagna per rallegrarfi in nome del Senato della vittoria acquifta-ta , & per ifcufare la tardità nel mandare le genti al campo Cefareo . Ma Carlo ricevuta la nuova di cofi pro-fperi fucceffi del fuo eifercito , benche nell’intrinfeco del-r animo infiammato di defiderio di gloria , & d’imperio grandemente fi rallegrale , & s inalzaife a fperanza di cole maggiori, tuttavia nelle parole, & nell'eilrinfeche apparenze dlmoftrando grandiifima moderatione , affermava di volere ufare , come ben fi conveniva, quefta fegnahta gratia, che Dio gli haveva conceduta , al fervigio della Chriftianità , & alla concordia univerfale ; però mandò quafi fubito al Pontefice il Duca di Seifa ad oiferirli la pace , & accertarlo d’elfere ottimamente difpofto per la quiete, & tranquillità d’Italia. L’iltelfo ufficio fece fare coì Senato Vinetiano da Alfonfo Sances fuo Ambafcia-tore , & dal Protonotario Caracciolo , che non era ancora partito da Vinetia. Ma quanto più inoltravano i Cefarei di delìderare pace, & lega co i potentati Italiani a tempo, che potevano più afpettare d’ effere ricercati , che di ricercare altri, tanto davano folpetto maggiore d’haverealti concetti, & fecreti penfieri perniciofi alla libertà d’Italia ; però andavano i Vi-netiani temporeggiando fenza nè conchiudere, nè efclude-re quelle trattationi ; & tanto maggiormente, quanto che erano cagione di maggiore fofpenfione d' animo le propofte fatte loro da’Francali , eifendo nel medefimo tempo venuto a Vinetia Gafparo Sormano, mandatodal1a Regina madre del Rè, allhora Reggente del regno di Francia, la quale d f inoltrando elf.re quel regno ficuro da tutte le of-fele, aliai potente di forze, & prontiliìmo ad ularle tutte per la ricuperatone del fuo Rè , pregava il Senato, che non voglie abbandonare una caufa cofi gloriofa , & cefi utile alla Republica , di concorrere infieme co i Signori di Fran-