della Marina Militare. 263 investite dalle 22 che uccisero molti, catturarono seimila prigioni e tutte le navi. » Questa la prima fazione che ebbe per risultato la liberazione di Messina e che io ho voluto narrare con le parole del cronista senza nulla variarvi per nulla toglier loro di quella speciale ingenuità che cotanto distingue le cronache medioevali. Nella primavera del 1283 la campagna è guidata da Ruggero di Lauria con un senso squisito della mobilità delle navi e dell’ appoggio che la terra può dare all’ armata ; laonde, come si vedrà nelle righe seguenti la campagna di quell’anno e le successive sono un vero miracolo di marittima strategia, Da Messina sua piazza d’armi, Rugger o di Lauria corre a distruggere in Malta una divisione provenzale di 20 galee. Tornato a Messina, sa dell’armamento di 125 galee del re Carlo; esse sono . spartite così: 55 in Provenza e re Carlo le capitana per trarle seco a Napoli, dove il Principe ereditario ne rassegna altre 30; 40 sono ancorate a Brindisi per difendere la costiera dell’ Ionio. Ruggero non governa in tutto che una ventina di galee e qualche nave sottile. Per mezzo di queste ultime, lanciate a distanza come vedette ed esploratrici, è informato della partenza di re Carlo dalla Provenza. Decide prevenir la congiunzione delle forze avverse ed al mattino del 5 giugno del 1284 penetra nel golfo di Napoli, passa a rasentar la terra tra la secca della Gaiola e Posilipo ad insultò dell’armata ancorata e coll’intento di snidarla. Questa salpa, Ruggero dà le vele al vento prueggiando su Castellammare e fìngendo fuga; ma coll’ intento di aver nella virata di bordo il sole alle spalle. Gli Angioini danno caccia inconsiderata e disordinata. Al buon momento Ruggero a vele serrate e colle sue navi schierate in due grossi squadroni, uno d’ assalto e l’altro di riserva, corre sul nemico tempestandolo di frecce e di verrettoni ; ottiene vittoria completa. E notevole che in questa sua prima fazione, come in alcune altre Ruggero di Lauria frenella alla catalana le navi della divisione d’assalto, lasciando sciolte quelle della riserva. Il Principe ereditario, Carlo di Salerno, il conte di Berry, Simone di Monfort,