della Marina Militare. loro predecessori consacravano sempre allo scioverno nei porti chiusi. Stanno a fronte : Cesare che dispone delle risorse militari, frumentarie, erariali e marittime dell’ occidente Mediterraneo; Pompeo che ha l’Asia a sua voglia. Bibulo prefetto dell’armata per Pompeo governa in Adriatico 128 navi di guerra spartite in sette squadre d’origine e provenienza diverse; constato dunque nelle sue forze numerose il grave difetto che scaturisce da scarsa omogeneità. Corfù e Yalona sono le due basi d’operazione di Bibulo. Cesare è a Brindisi con 12 legioni ; dispone di 4 triremi, di 8 pentecontori e di tante navi da carico quante bastino al trasporto in terra nemica di 15 mila fanti e di 500 cavalli. L’intento di Cesare è sbarcare in Epiro per misurarvisi con Pompeo che scende dall’Uliria duce di potentissimo esercito. Bibulo che non sospettava Cesare osasse traghettare nell’inverno, invece di tener il mare almeno cogli esploratori, rimase chiuso ne’ suoi due porti. Cesare, non mai schiavo dei canoni prestabiliti cui ciecamente s’inchinano gli uomini secondari, imbarcò quanta gente potè, vale a dire sette legioni (molto assottigliate dalle febbri) e la cavalleria, salpò il 4 gennaio da Brindisi, mise la prora sui monti della Chimera, e prese terra alla foce del Semeni. Rimandò immediatamente a Brindisi l’armata che diè in comando a Fufìo Kaleno, ordinandogli di trasportargli il rimanente dell’esercito. Mentre Cesare con una buona vanguardia calcava il paese nimico attendendo Pompeo, s’accinse intanto a scacciar Bibulo dalla costiera e con mirabile rapidità strinse d’assedio per terra Yalona, la prese e, dopo Valona, Durazzo. Bibulo, impensierito dai rinforzi che Fufìo Kaleno poteva recare a Cesare, fu costretto a mettersi in crociera per bloccarlo in Brindisi ; ma ogni qualvolta mancavangli acqua e legna, incontrava in Italia la difesa costiera di Marc’ Antonio luogotenente di Cesare ed in Epiro la difesa costiera dei manipoli di cavalli di Cesare. È agevole lo immaginare qxiali fossero le sofferenze fisiche e morali d’una flotta in massima parte asiatica, non preparata ad una campagna d’inverno, tartassata dal vento, obbligata dall’esigenze della strategia a tenere il mare e