276 Storia generale a stringerli, e a cacciarli nell’ acqua dove ne affogarono quindici centinaia, ed a menar strage in ogni altra parte della riviera, che l’aria ne restò corrotta, e l’acqua del Nilo da non potersi adoperare per molti giorni ad alcun usò della vita. (Novembre 1218). « Ebbero pertanto i Romani segnalata vittoria, abbassarono l’orgoglio de’ nemici, e prepararono l’acquisto di Dannata. Ma i fatti di quel giorno non furono che piccolo preludio a rispetto delle gravi e continue molestie che i Saracini rimenavano, chiamando sempre nuove milizie, e ritentando ogni giorno la fortuna delle armi, che essendo variabile non diceva sempre bene ai Crociati. In quel tempo infermossi a morte il Cardinal Curzone, il quale non potuto sopravvivere ebbe al campo onorata sepoltura, accompagnato dalle lacrime dei Romani e dalle lodi degli scrittori contemporanei. Tanto più si dolsero della perdita inquan-toehè a loro giudizio Pelagio restato solo al potere, gonfio delle precedenti vittorie, non avrebbe più chi lo frenasse dal mostrare tutto il fastidioso e altiero animo suo. Ma di questo ad altro luogo. « Dopo la espugnazione del Torrione, e molto più dopo la vittoria di San Dionigi, avrebbe dovuto l’esercito Cristiano travalicare il fiume e stringere da ogni parte la città ; ma per la grande potenza del nemico non vi si ardirono. Perciò i Pagani ebbero tempo di fornir meglio la piazza e di raccogliervi tutte le forze loro a sostenerla, tanto più che gli emiri di Siria e della Mesopotamia, avendo pure allora deposte le private querele,- s’erano venuti a congiungere con quelli di Egitto. Sultano Carnei e Corradino, accampati presso Damiata rimpetto ai Crociati, avevano fortificato tutta la ripa opposta deb Nilo, da Damiata al Casale che era quasi sobborgo discosto un miglio all’insù; e per tutto quel tratto avevano pur sommersi molti barconi, condotta una palizzata col terrapieno, e messevi le genti in tre file, due di fanti e una di cavalli; per impedire ai nostri il passaggio disegnavano tirare in lungo e vincere senza battaglia, contrastando il passo del fiume ed obbligando i Crociati ai disastri della lunga dimora. Molte volte i Romani e gli altri si ¡trovarono a traghettare, ma sempre