iP4 DELL’ HISTORIA 1515 occupata; di là poi fi conduife l’Alviano con alcuni pochi de’ fuoi a Mal ignano, per configliare con Francefi il modo di maneggiare quella guerra. Mentre furono quefle cofe fatte, AlfonfoDuca di Ferrara era flato in quiete otiofo fpettatore de fucceifi della guerra ; e tutto che haveife ipelfo promeifo d’ adherirfi alla parte Francefe , nondimeno fin’ all’ hora era andato fo-praflando a mandare i fuoi ajuti ; ma intento al fuo proprio commodo non era reflato di follicitare, & pregare i Vinetiani, mentre il loro eifercito dimorava nel territorio di Rovigo, a dover aifalire Modena, & Reggio, affermando con sì debole preiidio eifere cuflodite quelle città, che accodandoli 1’ eifercito facilmente haverebbe potuto ottenerle ; la qual colà quando fuccedeife , all’ hora il Pontefice grandemente commoifo, & temendo delle cofe fue, farebbe coilretto di mutar propoiìto. Ma i Vinetiani , tutto che il Pontefice fi fuife congiunto co i nemici della Republica , abhorrivano nondimeno grandemente di muover la guerra allo flato ecclefiaftico , & tanto maggiormente, quanto che non era ancora loro ben noto , quale intorno a ciò foHe la mente del Rè ; percioche Leone ufando delle folite fue arti, & provedendo con occulti configli, haveva tenuto fin’all’hora celato l’animo fuo alineato dal Rè. Però i Vinetiani rifiutato tale configlio di Alfonio, lo esortavano a dover mandare le fue genti al campo, ove erano quelle della Republica , & ajutare a foftenere la forte commune della guerra , dimoftrando al prefente non doverli attendere a niun’ altra colà, ialvo che a ben fondare lo flato, & la fortuna de’Francefi . Pero-che fe le cofe foifero loro felicemente fuccedute, quelle città dover eifere a lui di certo premio delle fue fatiche , & della fua fede, non eifendo punto da dubitare , che’l, Pontefice non foife per feguire la fortuna del vincitore,’ & per abbracciare tali conditioni d’accordo, quali piacef-fe d imporgli a coloro, che riufciti con vittoria foifero fatti arbitri delle coie d Italia ; però eilcndo tale lo flato delle cole, che non poteva per all’ hora fperarii di quie>