della Marina Militare. 361 VI. Supplico per giunta la vostra maestà reale Che ad ogni galea siano destinati Due nocchieri o gabbieri, che senz’ altra cura Sopraintendano ai cavalli; che un solo mai Non sia dimenticato, nè patiscano difetto del necessario; Poiché gli armigeri, finché siano fatti al mare Hanno assai del pensare a sé. Ch’e’siano anzi molto solleciti Di ciò che loro spetta, e che si diano ordini in proposito. Così navigheranno tutti freschi e riposati. E che tutti i cavalieri siano avvezzi Ad andar là dove anderà il cavallo Con tutta la compagnia ; e così se occorre Saltino tutti sul loro cavallo in buon arredo ; Chè se. si facesse in altro modo tutto andrebbe a male. Il passàggio,è breve assai; quindi con gioia e gaiezza Ciascuno si porrà in via con ciò che gli spetta ; e se fosse lontano Direbbegli il cuore che tutto è stato mal disposto. E chi vuol agire non suol tacersi. Chi si stacca dal suo cavallo può aversi per spacciato, Poiché può abbisognarli in luogo dove vorrebbe averlo. VII. E per servigio dell’ alta vostra persona, ordinate, o signore, Che gli almogateni e gli altri duci Degli almogavari che sono il fior del mondo Montino sulle galee, e con essi dieci compagnie Di tali e tali; questi ci verranno a storme, Anche sulle navi ove sia loro fatta onoranza. Ordinate che dei viveri, secondo l’importanza di ciascuno, N’ abbiano tutti assai, così il grande come il piccolo. Che sopra ogni legno sia un ordinatore Di tutte queste cose e che le distribuisca con un ordine scritto ; Per incuter rispetto fate locare sopra ogni nave a vicenda Tre balestrieri di guardia,, e chi vi dispetta sia in mano loro. Vi prego anche di non dimenticare i trabucchi ed i mangani; Le ascie, le zappe con mille buoni operai Che condurrete con voi, o signore, e cento muratori Falegnami e ferrai, che non temano il rumore ; Poi coll’ aiuto di Dio non abbiate paura Che città, castella, comuni, ostelli o torrette Non si rendano a voi, se pure con gran cruccio Non vogliano esporsi a morire e a perder 1’ onore.