1(5 Storia yen. della Marina Milit. tagine. L’aristocratica repubblica africana, la quale combatteva le sue democratiche rivali valendosi di eserciti mercenari, usò per la costoro traslazione in terra nemica uno speciale naviglio di carico. Il suo esempio fu seguito più tardi in ciò che aveva di efficace dai principati asiatico-macedoni e dai Romani allorché la poliorcetica acquistò peculiare importanza. La triera non sopportava davvero il carico delle pesanti macchine d’assedio, degli elefanti, delle enormi catapulte, delle potenti testuggini, le quali invenzioni dell’ arte guerresca comparvero relativamente assai tardi ; le armate accolsero allora ne’ loro stuoli navi da carico. Più d’una volta la spartizione dottrinaria del materiale, ai Cartaginesi sì cara, fu loro fatale; ancor più fatale la frequente separazione del compito militare in due coll’ affidare cioè ad un generale l’esercito, e ad un altro l’armata. Nè gli Elleni, nè gli Italiani seguirono la dottrina cartaginese. La triera greca e là trireme italica non solo furono insieme nave di battaglia e trasporto per falangi e legioni, ma colili al quale il comando era affidato, dirigeva promiscuamente esercito ed armata in mare ed in terra. Questa mirabile unità nel comando fu dogma caratteristico delle marine arya-mediterranee tra il settimo secolo avanti Cristo ed il sedicesimo della nostra èra volgare e credo fermamente sia stato precipua cagione delle loro vittorie segnalate. Qui finisco il capitolo: altro non è fuorché un proemio.