286 Storia generale eletta. Troppe contese agitavano 1’ Europa occidentale perchè essa si lasciasse consigliare dai veri suoi interessi che la chiamavano, non tanto alla liberazione del Sepolcro santo, quanto alla padronanza delle strade commerciali che dal-1’ Oriente fanno capo alla costa di Soria e d’Anatolia. I giganteschi concetti che avevano presieduto alle gesta d’Alessandro, di Giulio Cesare e degli immediati successori di lui, furono bensì dei grandi Papi e le Crociate da loro promosse il dimostrano. Sventuratamente la caratteristica del medioevo è la preponderanza dell’ immaginazione sul raziocinio, la quale condusse i nostri avi a guerre intestine contrarie agli interessi diretti e vitali. Genova e Pisa, Genova e Venezia, Francia ed Aragona, Francia ed Inghilterra, Papato ed Impero, Impero e feudatari consumavano quelle forze che si sarebbero chiarite idonee alla conquista dell’Oriente. La dispersione dell’energie occidentali in rivalità sanguinose cagionò uno eie’peggiori eventi del XIII secolo, che fu la caduta in mano dei Musulmani del baluardo siriaco di Tolemaide ; analogo errore del XV condusse alla soggezione di Costantinopoli, evento di cui tuttodì si deplorano le conseguenze. Chiuderò dunque l’istoria marittima del XIII secolo colla narrazione della caduta di Tolemaide e della guerra fra Genova e Venezia. I due fatti hanno una rispondenza speciale perchè per cagion d’ essi apresi la ricerca delle nuove strade del commercio ; e s’inizia quella serie di tentativi che il secolo XVI coronerà appieno. Tolemaide, altrimenti S. Giovanni d’Acri, ricuperata dopo tre anni d’assedio sopra Saladino dagli sforzi collegati di Riccardo Cuor di Lione, di 'Filippo Augusto e del re Guido di Gerusalemme nel 1190, era non solo la massima fortezza rimasta ai Cristiani, ma ormai l’unica in terraferma; e del commercio asiatico-europeo era l’emporio. Vi convenivano mercanti e navi cl’ ogni nazione, dalle scandinave alla egiziana. Là banchi e fondachi: e consoli e giudici; i quartieri ove era divisa la città fra i diciassette pedroni — a quanto dice Giovanni Villani, cronista preciso quant’ altri mai —• avevano ognuno la sua cinta murata. E dentro Tolemaide le continue rivalità eli cavalieri Gioanniti e di cavalieri