della Marina Militare. 411 L’astronomia, che i Greci avevano avuta in tanto onore, fu coltivata nell’ XI, XII e XIII secolo ; non però a scopo direttamente scientifico, piuttosto per servir da vestibolo all’ astrologia giudiziaria, per soddisfare ai bisogni della Chiesa col determinar il numero aureo, Vepatta ed il giorno di Pasqua. Principi e Comuni avevano V astrologo di Stato, e Federico II, imperatore, cui è vezzo dar grido di principe superiore al tempo suo, riponeva nell’ astrologo Michele Scoto fede cieca e regolava sul corso degli astri le mosse degli eserciti. San Tommaso d’Aquino riportò fra i cristiani le dottrine d’Aristotile, obliate da secoli. Lo spirito umano era zoppo. Aristotile e Tommaso Aqui-nate gli procurarono le stampelle (1210). Verso quel tempo Guyot da Provins parla dell’ago calamitato. Guido Guinicelli ce ne dà chiaramente la descrizione e la caratteristica virtù : In quelle parti sotto tramontana Sono li monti della calamita Che dan virtute all’ aere Di trarre il ferro ; ma perchè lontana Yole di simil pietra aver aita A farla adoperare Et dirizare l’ago in ver la stella. Novello passo verso l’astronomia scientifica fu l’invenzione degli occhiali per opera di Salvino degli Armati fiorentino (1317). I viaggi di Rubruquis, dei Polo, di Piancarpino, le informazioni ottenute dai mercatanti al contatto degli Arabi potevano certo indurre a tentare novelle strade al mare; ed indussero in fatto la spedizione dei Yivaldi. Ma lo studio cui eran giunte le scienze era tale da promettere la riuscita ? No. In un tempo in cui il Tesoro di Brunetto Latini, la Commedia di Dante e la Somma dell’Aquinate rappresentano la enciclopedia, la conquista delle terre ignote o mal note era impossibile. Andalò Di Negro, genovese, successore di Cecco d’Ascoli nella cattedra fiorentina d’astronomia, ricordato dal Giustiniani (Annali di Genova 1587), impresse una bell’orma