della Marina Militare. 183 non l’avesse proibito e in niun modo avrebbe abbandonato ciò che cominciato avea finché pure non avesse presa quella città. Capitolo XXXIX. Così Riccardo principe capuano assediò nell’anno stesso Napoli e fortemente combattè dovunque quella città per prenderla. Ma nel-l’anno stesso, il Principe morì in quell’assedio, l’anno ventesimo del suo principato, Indizione I. Fu pure questo principe di alta statura, forte di animo, astuto d’ingegno, arguto e formoso, mansueto e benigno verso le persone affezionate e fedeli, terribilissimo colle ribelli e perfide. Gli successe il figliuolo Giordano. Questo Giordano poi sposò Guaitylgamia figliuola di Guaimario principe di Salerno dalla quale ebbe per figlioli Riccardo, Roberto e Gionata. Capitolo XL. Il detto Roberto duca, assediando Vico, la prese nell’A. del S. 1080, catturando anche il fratello suo che faceva azioni cattive. Tosto lo fece acciecare perchè esso e molti altri baroni gli si ribellarono. Gli altri però atterriti malamente si difesero. L’anno seguente occupò Spinacorba; e trascorsi pochi giorni lo stesso duca prese Idrunto e Taranto. Poi venne a Salerno e di là movendo, andò da papa Gregorio e da esso ricevè il vessillo di San Pietro, nel mese di giugno, a Cipparano. Capitolo XLI. In quei giorni giunse al duca Roberto un tale che disse chiamarsi Michele costantinopolitano e molto si lamentò di essere stato espulso. Lo stesso duca Roberto gli offri aiuto. E come è suo costume accogliendolo amorevolmente e avendone onorevolmente cura, lo condusse seco fino a Salerno. E indi movendo verso Idrunto, lo stesso duca nell’A. d. S. 1081 formò l’esercito volendo andare a Costantinopoli. Andando per mare con Boemondo suo figliuolo si avvicinò ad Avel-lona conducendo seco coll’ esercito anche la moglie sua e il detto Michele che si lamentava di essere stato cacciato dall’imperatore. E mandò Ruggero figliuol suo con tutti i suoi aggiunti in Apulia. Pertanto Niceforo Botoniate divenuto imperatore di Costantinopoli, udendo la venuta del duca Roberto, condusse Alessio suo grande familiare, cui affidò l’esercito dandogli ancora gran copia di danaro, perchè non solo di Cristiani ma anche di Pagani un grande esercito formasse e resistesse fortemente al duca Roberto. Questi andando verso la città di Adria-nopoli qualunque cosa che poteva, prendeva ogni dì e cercava di farsi giurare fedeltà da quelli, a ciascuno dei quali prendeva gran tributo e moltissimo prometteva con giuramento. Agli altri soldati poi che ora tenevano il dominio di Niceforo, non chiedeva tributo ma spesso cosi parlava: L’Imperatore stesso promise di darvi volentieri molto,