372 Storia generale dinò loro di non entrare direttamente in battaglia, ma di portare alle navi pericolanti rinforzo di uomini, ed io credo altresì rinforzo di rimorchio. Nel primo periodo della fazione ogni nave genovese ebbe a combattere contro più d’una nemica, ma in soccorso alle più malmenate giunsero in buon punto i manipoli di rinforzo che le galee portavano. Infine poi le 3 cocche distaccate, correndo a vento largo e colla prora volta alle spalle della linea inimica, decisero assolutamente della vittoria. La capitana del He ebbe tal colpo dalla ruota di prora di una delle genovesi, che si coricò su di un fianco, e tutta la zavorra che conteneva, ammonticchiandovisi, impedì che si rialzasse. Il He ed i suoi seguaci abbandonarono la coperta e si ripararono nei ponti inferiori. Scesero i Genovesi sul deserto ponte nemico ed intimarono la resa. Mal sapeva grado ai cavalieri aragonesi, navarresi e siciliani di dover cedere ai villani del Comune; ma talune quadrella lanciate dai balestrieri nel mucchio ridussero i primi a più savio consiglio e fu mestieri lo arrendersi. Rimaneva, a sciogliersi un problema di etichetta medioevale e cavalleresca, se, cioè, un re di corona ed i costui cavalieri potessero convenevolmente consegnare la persona e le armi a gente che non fossero di gentil sangue. La difficoltà fu superata, perchè fra i seguaci del popolano Biagio As-sereto era un giovinotto di casa Giustiniani, per nome Jacopo, in Genova semplice cittadino, ma in Oriente signor feudale dell’isola di Scio; ed al Giustiniani resero infatti la spada il re Alfonso il Magnanimo, .i suoi due fratelli infanti d’Aragona, il re di Navarra, il gran mastro di Calatrava, il gran mastro di Alcantara, il duca di Sessa, il principe di. Taranto, il conte di Fondi e cento in tra principi o signori d’Aragona e di Sicilia. La resa della nave regia diè il segnale della resa all’ altre, e la sera, dopo dieci ore di lotta, tutta la flotta d’Alfonso, salvo una nave, fu di Biagio Assereto. Cinquemila i prigionieri di minór conto, ricchissima la preda. Sotto ogni riguardo onorevole per le armi comunali la vittoria; ma se dessa ha valore specifico per i riguardi prettamente militari, non ne ebbe punto per i riguardi politici. La città giubilante