della Marina Militare. Ili 7 insigne che equivale all’espugnazione del castello gariglia-nese. Ma nella guisa istessa che la vittoria di papa Giovanni non era stata sufficiente a liberare l’Italia dai Saraceni, così le gesta di Gugliebno Padre della Patria. Il Palladio de’ Musulmani occidentali era nella Spagna trans-ebrana e nel gruppo dell’ isole Baleari sentinelle avanzate della mezzaluna. Laonde Pasquale II papa inviò a Pisa un suo legato apostolico che invitasse il Comune a dar addosso ai Saraceni delle isole. Consenti il Comune sotto certe condizioni d’aiuto militare, che il Pontefice accordò in un con lo stendardo di Santa Chiesa. Pietro arcivescovo di Pisa, legato pontificio all’armata ebbe in consegna la croce e 1’ aquila, simboli, quella della Chiesa, questa del popolo romano. I Pisani stipularono lega con Raimondo conte di Barcellona, con Guglielmo di Mompilieri, con Aymerico di Narbona, col conte d’Ampurias e coi giudici di Cagliari e Porto Torres, eh’erano feudatari di Pisa e pisani di sangue. Correndo il giorno 6 dell’agosto del 1114, sacro a san Sisto papa, salpò dal porto pisano l’armata della lega ; rassegnava 300 navi ; raccolte eh’ ebbe le squadre degli ausiliari provenzali salì a circa 500 e si raccolse in Vada luogo ampio e seno sicuro. Da Vada a Porto Torres, d’onde a Gerona o meglio al porto di Gerona chiamato San Felice, nell’ estuario, a quei tempi non insabbiato, del fiume Ter. Ben accolti i nostri dal conte di Barcellona, raggiunti da molte navi venturiére alla spicciolata, andarono allo scioverno a Barcellona; subirono tempèsta che smantellò una settantina di navi; le raddobbarono ed alla primavera del 1115 furon pronti di tutto punto. Il primo sforzo de’ collegati fu diretto ad Ivipa, castello dell’isola dell’istesso nome. Nasr-ed-din (il Naza-radeolo dei cronisti) emiro di Majorca offrì pace, pagamento d’ ogni spesa incontrata, viveri per il ritorno e libertà di 30 migliaia di schiavi cristiani eh’erano nell’isola. I Pisani, cui giunse insieme al legato apostolico anche un rinforzo d’ottanta navi, rifiutarono le profferte ; e messa in terra la gente attesero a rizzar le macchine d’assedio per rumare il triplice ordine di turrita muraglia ond’ era cinta la città. Morto Abul-Nazar capitano della difesa, scuorati i cittadini