della Marina Militare. 319 Nè qui si limitò l’azione umana e socialmente marittima dei Genovesi, i quali cogli statuti di Granaria e di Romania iniziarono nel senso più moderno del vocabolo i Veri-fax ed i Lloyd che nel Consolalo del mare non si ritrovano che in embrione. Alla fine del XIII secolo, come altrove ho detto, la precipua mira delle repubbliche marinare manifatturiere e commercianti era il fornire l’Europa occidentale di sete e di spezie. Nel secolo successivo ingrossarono le signorie e con esse il lusso nelle vestimenta e le raffinatezze della cucina che i codici, nonché i primi libri stampati nel XV secolo, ci dicono fosse a base di condimenti saporiti e costosi. La via indicata da messer Tedisio D’Oria e l’itinerario di Marco Polo crearono dunque quell’ordine d’idee commerciali che più tardi Cristoforo Colombo formulò colla nota frase buscar el Levante por el Poniente. I Vivaldi, se vuoisi, non erano stati i primi genovesi che avessero visitato le Canarie : perchè già nel 1275 l’isola che tuttavia serba il nome di Lanzerote, era stata scoperta da quel Lanzerotto Maro-cello che gli storici francesi Bontier e Levérier, confutati dal nostro compianto Michel Giuseppe Canale, chiamano Messire Lancelot de Maloysel e dicono di loro nazione. Egli è naturale che la esperienza dei Genovesi li rendesse preziosi ai sovrani occidentali del XIII e del XIV secolo, i quali ancor essi tendevano ad aprire quelle strade più convenienti al benessere dei loro popoli. Rigor di logica vuole .che non tutto il merito delle scoperte si attribuisca agli Italiani, sebbene la Chiesa Romana (che mi compiaccio considerare nei secoli scorsi istituto onninamente nostrale) avesse contribuito alla ricerca di quelle strade che andavano ai paesi donde nacen las especiarias: ed anche qui cito testualmente la frase colombiana. Quest’ opera della Chiesa Romana non era stata condotta a termine da soli italiani : e difatti trovo che fin dal 1267 frate Ruggero Bacone, detto il Dottor mirabile, aveva nel suo Opus Major dichiarato quanto intorno alla geografia avevano scritto i cosmografi greci, latini, arabi, nonché Giovanni da Pian Carpino italiano e Guglielmo di Rubruquis francese, ambi frati.