166 Storia generale Vittore III papa, raccolte in lega Pisa, Genova, Napoli, Amalfi, Gaeta e le città di Calabria fece armi per l’impresa di Mehediah, che fu cantata in versi latini da anonimo pisano. Sommò la forza secondo i cronisti nostri a 1000 navi, secondo gli arabi, dall’illustre Amari consultati, a 300: lo sbarco fu di 30 mila fanti e cavalli in proporzione. Pietro, di casa Colonna a quanto sembra, guidò i Romani, Lamberto Fornari e Gandolfo Piccamiglio i Genovesi, Ugo Visconti ed uno de’ Sismondi i Pisani, Pantaleone gli Amalfitani, Sipanto i Calabresi. Alla primavera del 1088 l’armata salpò dalle spiaggie romane per Trapani, poi di là a Pantelleria, castellata e munita terra musulmana. Coi piccioni viaggiatori (ora essi s’adoperali nelle armate, come ognun sa : è prova che nulla di nuovo v’ ha sotto il sole) il luogotenente di Temim avvertì il suo principe dell’ arrivo de’ Cristiani e dell’ assalto, che fu arduo, glorioso e vittorioso. Addì 6 d’agosto i collegati, lasciata Pantelleria in balìa d’un loro distaccamento, si offrirono alla vista di Mehediah ed andarono a dar fondo ai ferri di fronte alla radura di Za-rilla. Dopo alcuni giorni che Temim impiegò a tergiversare or proponendo tregua, or minacciando guerra, or promettendo tributo or negandolo, si venne alla prova dell’ armi con sollecita presa di Zarilla ed assalto di Mehediah. Temim, sforzate le porte della città, trattò di resa dall’ alto del cassero, promise tributo al Papa, libertà di commercio e di navigazione, riscatto di prigionieri. Invano accorsero in suo aiuto i Bèrberi di dentro terra : provarono ancor essi l’ira delle spade; e l’armata tornò allo sverno colma di preda. Certi eventuali diritti sulla terra africana e su Pantelleria furono dal Pontefice concessi a Ruggero conte di Sicilia come al principe più vicino alla costiera e più interessato a che i suoi abitatori non fossero infesti ai Cristiani. Fin qui le imprese di riscossa cristiana avevano avuto a teatro il Mediterraneo meridionale : iniziate coll’ espugnazione del Garigliano, seguitate colla liberazione della Sicilia, culminarono con l’impresa di Mehediah. La prepotenza moslemita doveva or fiaccarsi anche nel Mediterraneo settentrionale. Già ho detto del Frassinetto ritolto agli Arabi dal conte Guglielmo di Provenza, opera