della Marina Militare. 485 dette, maestro d’astuzie, dilettoso di strattagemmi. Non ebbe crudele l’indole, nè feroce il costume. Tolse prigione Parisot de le Valette, ancor frate carovaniero che aveva confortato di buone parole alla Girolata lui, vinto e duramente trattato da Giannettino che lo incatenò a banco di voga come schiavo volgare ; « usanza di guerra, señor Dragut » aveva esclamato il frate francese : « Y mudanza de fortuna, señor frayre » era stata la risposta. E morì combattendo una terra che Parisot de la Yalette difendeva. Il 23 del giugno San Telmo fu pigliato alla scalata. I marinari di Dragut ne trucidarono a vendetta del loro capo i 1300 difensori. L’assedio proseguì con vigore ed eroismo d’ambo le parti : i castelli di S. Michele e Sant’Angelo resisterono ai ripetuti assalti condotti da Piale, da Luc-cialì e da Hassan genero del morto Dragut e beglerbeg d’Algeri, giunto con altre 27 vele a rinforzare gli asse-dianti. L’ attuale arsenale di Malta fiancheggiato da S. Angelo e S. Michele era il ridotto della difesa strenuamente diretta da Parisot de la Valette. Mustafa bascià aveva le tende là dove ora è la città di Valetta. Il porto delle galere dell’ Ordine, ora arsenale britannico, era stato sbarrato con catene. Hassan bascià non riuscì a sforzarlo. Finalmente, disperando espugnar la piazza, addì 11 settembre i Turchi levarono l’assedio stimando la stagione non propizia : non volevano imitar 1’ errore commesso da Giannandrea D’ Oria e Flaminio Orsini alle Gerbe. Se la difesa di Malta mostrò che i Turchi non erano invincibili ornai, mostrò eziandio eh’ era necessario provvedere seriamente alla sicurezza del mare d’ Occidente ed arrestar la osmana invasione. La Spagna, dove i Mori erano ancor numerosi e mal domi, sapeva che colla umiliazione della marina turca avrebbe raggiunta la interna sicurezza. Il Pontefice incalzava di preghiere gli Stati cristiani perchè si collegassero : e come di consueto avrebbe parlato a sordi se, morto Solimano il Magnifico nel 1566 e succedutogli Selim suo figliuolo, il gran visir Mohamed Sokolli, Piale Capoudan bascià ed il Muftì non avessero sollecitato il novello principe a conquistare Cipro, possesso veneziano. La impresa fu preparata coll’incendio dell’arsenale di